Una trentina in rappresentanza dei 150 che sono stati esodati dall'ateneo romano. «Andiamo a votare nonostante l'università ci consideri scaduti come il latte - hanno spiegato i manifestanti - Ci sembra che il governo non consideri più questo posto strategico per la cultura del nostro Paese. Speriamo di sbagliarci ma i fatti non ci smentiscono».
I 150 raccontano di aver lavorato all'università e soprattutto molta didattica a "costo zero" perché pagati con fondi esterni (dal ministero ai progetti). Hanno sostituito i professori «ma tutte le ore passate in cattedra non valgono nulla perché non rientrano nei parametri richiesti per accedere alle abilitazioni e nel curriculum non vanno messe».
Età media oltre i 35 anni, chi con contratto in scadenza, chi ha già chiesto il sussidio per la disoccupazione come hanno spiegato ad Andrea Lenzi uno dei candidati alla poltrona di rettore.
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