Sandri, Spaccarotella in cella
Santanchè lo difende, l'ira della famiglia

Un'immagine di archivio di Luigi Spaccarotella (foto Alessandro Falsetti - Ansa)
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Mercoledì 15 Febbraio 2012, 12:46 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 01:14
ROMA - Luigi Spaccarotella, condannato ieri dalla Cassazione a 9 anni e 4 mesi di carcere per l’omicidio di Gabriele Sandri, si costituito ieri al comando provinciale dei carabinieri di Arezzo. L’agente stato portato via dal comando su un auto dei CC, poco dopo le 11,40. Era seduto sui sedili posteriori e aveva un cappuccio in testa per non farsi riconoscere. Spaccarotella è stato condotto in un carcere toscano per poi essere trasferito domani in quello militare di Santa Maria Capua Vetere.



Ultime ore di libertà. Spaccarotella ha aspettato ieri mattina nella sua abitazione la trasmissione della sentenza insieme ai famigliari, alla moglie e ai due figli, una bambina di 12 anni e un bimbo piccolo. Come annunciato ieri dai suoi legali, il poliziotto si è consegnato appena sono stati trasmessi i documenti per l’ordine di esecuzione della pena. Dal momento che il carcere di Arezzo è chiuso per lavori di ristrutturazione, l’agente sarà portato in primo momento nel penitenziario di Sollicciano, a Firenze.



Santanchè lo difende. Nella puntata di ieri di Mattino 5 intanto hanno fatto discutere le dichiarazioni di Daniela Santanchè in difesa di Spaccarotella: «E' una vergogna che un poliziotto che fa il suo mestiere abbia avuto una condanna per omicidio volontario. Gli uomini delle forze dell'ordine anche se sbagliano non sono mai assassini!», ha detto la Santanchè.



Secca la replica di Giorgio Sandri. Intervenuto poco dopo su SkyTg 24, il padre di Gabriele ha detto: «Gravissime le dichiarazioni rilasciate stamattina su Canale 5 dall’Onorevole Daniela Santanché. Mi aspetto un'immediata smentita. In caso contrario, significherebbe infangare per l’ennesima volta l’operato e l’indipendenza della magistratura, omettendo tre gradi di giudizio che hanno definitivamente sentenziato la condanna dell’omicida di mio figlio».



C'è un limite a tutto. «La politica deve capire che c’è un limite a tutto - continua Sandri -: dopo Ruby nipote di Mubarak... si vuol dire che Gabriele si è ucciso da solo? E che Spaccarotella è innocente? C’è chi continua a soffiare sul fuoco nel tentativo di contrapporre le tifoserie alle forze dell’ordine. E’ quanto di più irresponsabile e spregevole si possa continuare a fare, alla luce della verità storica. Basta strumentalizzare intelligenza e cuore di milioni di giovani e cittadini italiani. L'Italia deve trovare il coraggio di cambiare. Con la Fondazione Gabriele Sandri mi impegnerò per tramutare il mio dolore in un esempio da seguire, nel rispetto delle regole e della civile convivenza».


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