San Camillo, allarme stafilococco: nuovi casi nel reparto maternità

San Camillo, allarme stafilococco: nuovi casi nel reparto maternità
di Elena Panarella
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Martedì 5 Aprile 2016, 08:14


Sedici bambini (11 infetti e 5 positivi) e 17 operatori colonizzati dallo stafilococco (215 quelli controllati) alla Neonatologia dell'ospedale San Camillo nel mese di febbraio. Questo il primo bilancio. Nei giorni scorsi però ci sono stati nuovi casi: «Due mamme messe in isolamento nel reparto di ostetricia ginecologia e una media di 10, 15 donne al giorno richiamate nell'ambulatorio di neonatologia sempre nel padiglione maternità», raccontano alcuni operatori. L'infezione che si è verificata nelle scorse settimane, è stata trattata seguendo i protocolli di sicurezza che vengono attivati in circostanze simili. Ma non è finita qui. E così dopo l'allerta dello scorso 23 febbraio sulla presenza di 11 casi di Mrsa (Stafilococco Aureo Meticillino Resistente), e la seguente indagine epidemiologica da cui risultarono 16 bambini infetti dall'inizio dell'anno, e dopo che, lo scorso 27 febbraio, la direzione sanitaria aveva certificato l'assenza di nuovi casi, in questi giorni sono state richiamate altre pazienti. L'ultimo caso risale a ieri mattina. Sulla porta chiusa della neo mamma un cartello recita a chiare lettere: «Isolamento».

PROTOCOLLI DI SICUREZZA
Questo tipo di infezione può avere conseguenze a vari livelli di gravità, ma i casi riscontrati al San Camillo hanno riportato per lo più infiammazioni della cute, occhio e orecchio. Nessun caso si è verificato a Terapia intensiva e Subintensiva. Subito sono scattate le misure di sicurezza: il gruppo di controllo infezioni ospedaliere ha attivato immediatamente il SeResmi (servizio regionale sorveglianza per l'epidemiologia, sorveglianza e controllo delle malattie infettive) e ha effettuato una indagine con individuazione delle misure correttive. «Preoccupa che a distanza di un mese - spiega il consigliere regionale Fabrizio Santori (FdI-An) - che ci siano nuovi casi. Non bisogna sottovalutare i rischi di infezioni. Tanto più che nonostante le numerose segnalazioni, il padiglione maternità versa in uno stato di degrado».
 

LA VERIFICA
«Senza dimenticare una serie di problematiche irrisolte come il passaggio dei panni sporchi nello stesso percorso di quelli puliti e la mancanza delle scale antincendio - aggiunge il consigliere Santori - In più le liste d'attesa non scorrono. Una condizione che adesso alimenta truffe, se c'è chi ne approfitta per dirottare su studi privati le pazienti di ginecologia, costrette a costosissime visite che si potrebbero benissimo fare in ospedale. Ho chiesto con urgenza l'immediata ispezione da parte della commissione Salute». Altro problema è la mancanza di un primario da troppo tempo. «È stato fatto un bando che è stato poi annullato con tanto di ricorso del primo in graduatoria e di recente è stato indetto un nuovo avviso pubblico che dovrebbe nominare il nuovo primario di ostetricia e ginecologia. Alla fine c'è il rischio di trovarci addirittura con due primari. Ma una cosa è certa bisogna intervenire in modo risolutivo una volta per tutte prima di tutto per le mamme e i bambini». «Bisogna sanificare gli ambienti del padiglione sia per i pazienti che per gli operatori - dice Stefano Barone del Nursind - Con tutte le precauzioni del caso, possono sempre esserci delle falle. Il contagio può aumentare ovviamente la percentuale di infezione».
 

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