Vincono le bancarelle, i graffiti di Kentridge visibili solo per metà

Vincono le bancarelle, i graffiti di Kentridge visibili solo per metà
di Fabio Rossi
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Giovedì 26 Maggio 2016, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 19:17

Le bancarelle si sposteranno, ma solo a metà. Si concluderà con un compromesso la querelle sui murales dell'artista sudafricano William Kentridge - realizzati sui muraglioni del lungotevere, tra ponte Sisto e ponte Mazzini, e inaugurati il 21 aprile scorso - che rischiano di essere coperti dai gazebo dell'estate romana che di consuetudine vengono allestiti in quella zona a partire da giugno. I dettagli saranno limati tra oggi e domani al tavolo tecnico convocato sul tema, ma l'accordo di massima è stato raggiunto ieri in una riunione in Campidoglio tra i tecnici del commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, i rappresentanti della Città metropolitana, le Sovrintendenze capitolina e di Stato, la Regione e l'associazione che gestisce Tevere Estate. L'idea è che ci sarà una rimodulazione delle bancarelle, per quanto sarà reso possibile dagli spazi a disposizione.

IL FREGIO
L'opera Triumphs and Laments non sarà completamente sgombera - e probabilmente, fanno notare i tecnici, questa soluzione non sarebbe nemmeno negli obiettivi dell'autore - ma la cooperativa La Tredicesima si è resa disponibile a risistemare i gazebo in modo da rendere i murales comunque visibili, pur nel contesto della kermesse estiva e del bando già approvato per quest'anno. «L'interesse primario a cui tutti dobbiamo tendere ognuno in base alle proprie responsabilità deve essere quello di Roma», spiega il capo di Gabinetto di Palazzo Senatorio, Ugo Taucer. Il fregio, lungo 550 metri, immortala la storia della Città eterna attraverso 80 figure alte fino a 10 metri: si celebra la fondazione, con Romolo e Remo, ma anche la tradizione cinematografica - con il celebre bacio tra Marcello Mastroianni e Anita Ekberg - e letteraria, con un ricordo di Pierpaolo Pasolini. L'opera è stata realizzata con una particolare tecnica che sfrutta lo sporco, ed è dunque destinata a durare solo pochi anni.

 

IL VERTICE
Per questa mattina è convocata una nuova riunione ristretta, anche con l'associazione Tevereterno: obiettivo, sottolineano dal Campidoglio, mettere a punto una proposta operativa da portare al tavolo tecnico, in programma domani con tutti gli esercenti ed espositori interessati. «Mi sembra una cosa di semplice buonsenso - commenta il ministro dei beni culturali Dario Franceschini - L'opera di Kentridge è talmente importante, ed è stata talmente apprezzata in Italia e nel mondo, che non ci potevano essere ragioni solo burocratiche per metterci bancarelle davanti».

Ma sulla vicenda arriva anche l'affondo di Ignazio Marino: «Noi abbiamo fatto splendere il lungotevere con l'opera di Kentridge e adesso si oscura con le bancarelle volute da chi governa ora Roma», scrive l'ex sindaco su Twitter. «Far entrare l'arte nella vita di tutti è uno degli obiettivi dei graffitari - osserva Vittorio Sgarbi - Quindi che le bancarelle oscurino l'opera di Kentridge a Roma mi pare sinceramente un falso problema. Piuttosto mi pare un'opportunità».