Uccisa dalla grata a Roma, il dolore del figlio malato: «Quando torna mamma?»

Uccisa dalla grata a Roma, il dolore del figlio malato: «Quando torna mamma?»
di Maria Lombardi
4 Minuti di Lettura
Giovedì 11 Agosto 2016, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 12 Agosto, 08:40


«Dov'è mamma?». Luigi lo chiede con gesti e suoni che solo il papà può comprendere. «Mamma adesso torna», e Mario gli accarezza i capelli corti con gli occhi rossi. Ma le lacrime sono lì, per nasconderle spinge la carrozzina e si allontana dall'ingresso del palazzo dove Tiziana lavorava come portiera. «Dov'è mamma?», Luigi - non è questo il suo nome - si porta il pugno alla guancia, di nuovo. «Stai tranquillo, mamma torna. È andata a prendere i soldi. Lo vedi che siamo rimasti con pochi spiccioli?», e tira fuori dalla tasca qualche centesimo per far sorridere il figlio. Tiziana non tornerà, e adesso come dirlo a quel bambino di 11 anni che non cammina e parla appena, si disperano le amiche, come fargli accettare che la notte lei non ci sarà più a stringerlo tra le braccia per farlo addormentare.
 

 


E come raccontargli quella fine incredibile, la mamma precipitata in un buco, un volo di dieci metri nel buio in parcheggio abbandonato da anni, a largo San Giuseppe Artigiano. La vergogna del quartiere, ed era stato inutile gridarlo in tutti i modi che in quella voragine ci sarebbe finito qualcuno. «Era lì con altre persone. Doveva esserci una grata e non c'era, lei è caduta. Una cosa assurda, non posso crederci. E adesso sono rimasto solo con lui», il compagno di Tiziana Laudani abbassa gli occhi. Luigi a pochi metri non ascolta, sta giocando con una bambina che spinge la sua carrozzina.
 
LE FERIE
Arriva un'ambulanza davanti al civico 60 di via Eugenio Checchi, al Portonaccio. È per Carlo, il padre di Tiziana che abita nello stabile dove la donna lavorava, si è sentito male, troppo grande questo dolore. Erano giorni di ferie per lei, ma le vacanze non sapeva cosa erano. Approfittava della pausa in portineria per andare a fare le pulizie in altre case del condominio, dove anche lei abitava con il compagno e il figlio. «Viveva per il bambino malato, non lo lasciava mai. Una mamma straordinaria, con una forza e un coraggio rari». Sul profilo facebook di Tiziana le foto di Luigi accanto a Totti, un giorno di sorrisi e abbracci a Trigoria, e sempre lui in ogni immagine, mentre spegne le candeline, con la parrucca dell'Italia in testa. «Chi ha un figlio straordinario clicchi qui». E tante preghiere, «fede non è credere che Dio farà ciò che vuoi ma credere che Dio farà ciò ch è meglio per te».
Poi era arrivato quest'uomo nella sua vita, Dalil, l'algerino che è precipitato con lei nella buca. «Si erano conosciuti a dicembre», piange un'amica mentre racconta. «Lui stava sempre qui, giocava con il figlio, gli insegnava le lettere, ci perdeva un sacco di tempo. E lei sarà stata colpita da tutte quelle attenzioni. Poi lui era partito. Non poteva restare al suo paese? E invece è tornato. Ma Tiziana diceva che era felice». Tutti nel condominio sapevano della sua storia, «un amore impossibile», con il compagno si stavano per lasciare. L'altra sera una discussione in casa, Mario è rimasto a casa dei suoceri a guardare la tv. Tiziana ha detto che sarebbe uscita con un'amica e la sorella le ha sentite ridere al telefono. Poi l'incontro con Dalil e la passeggiata in un luogo appartato. «Vogliamo capire bene come è andata, ci sono delle cose che non tornano», si sfoga la sorella davanti alla buca nel parcheggio dimenticato, è notte Tiziana è stata appena portata via con l'ambulanza.

I DUBBI
«Lei è morta e lui non si è fatto niente, come è possibile? Lei non sarebbe mai venuta qui, ce l'ha portata quello. Maledetto il momento che l'ha incontrato. Dovete controllare i telefoni, questo l'avrà portata con la forza. Ma ti pare che Tiziana veniva in un posto così? Non ci posso credere», dice la sorella agli agenti. «Chiamate l'amica, lei sa tutto». L'esame del medico legale esclude ogni dubbio. Si è trattato di un incidente, una voragine che non doveva esserci e delle protezioni che nessuno aveva messo davanti alle pericolosissime grate. «E adesso come farà quel bambino? Era lei che lo addormentava tenendolo tra le braccia».