Taxi, il prefetto Paola Basilone: «L'assedio era imprevedibile ci aspettavamo 300 persone»

Taxi, il prefetto Paola Basilone: «L'assedio era imprevedibile ci aspettavamo 300 persone»
di Ernesto Menicucci
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Giovedì 23 Febbraio 2017, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 08:18

«Guardi che noi lavoriamo. In silenzio ma lavoriamo... Ieri ad esempio mi dispiace che non si sia parlato della villa che abbiamo confiscato ai Casamonica». Paola Basilone, prefetto di Roma da maggio, è nel suo ufficio al secondo piano di Palazzo Valentini. È l'ora di pranzo, nel day after del martedì nero vissuto dalla città.

La notizia dei Casamonica era sul Messaggero, una breve. Sa, con la Capitale sotto ostaggio di tassisti e ambulanti... Prefetto Basilone, ci fa capire come è stato possibile?
«Noi sapevamo che ci sarebbero stati 2-300 ambulanti a Montecitorio. E su questo abbiamo tarato i servizi: avevamo 700 agenti in strada, ma poi c'è stato un work in progress».

Cioè?
«I manifestanti sono diventati migliaia, sono stati chiusi i mercati, si sono tutti riversati in Centro. Ma noi queste informazioni le abbiamo apprese on the road. In ogni caso sono soddisfatta della tenuta dell'ordine pubblico, da parte dei nostri uomini c'è stato grande equilibrio, bastava poco per far accadere qualcosa di brutto».

Quindi per lei il bilancio è positivo?
«In piazza c'erano quasi diecimila persone, alla fine parliamo di 2 refertati tra i manifestanti e 4 fra i poliziotti. In una corrida di questo tipo si è data una bella prova di forza, la considero una vittoria».

Sarà... Per i romani però è stata una giornata campale, con una città in ostaggio dei violenti da mattino a sera.
«Questo è vero, non è stata certo una bella giornata. E sono al fianco di tutti i cittadini che hanno vissuto questi disagi. Però...».

Però?
«La situazione, con questi disordini, era imprevista e imprevedibile».

Bé, veramente bastava leggere i giornali del giorno prima. E noi giornalisti non abbiamo certo la palla di vetro. Che ci sarebbero stati problemi girava abbondantemente sui social, ad esempio.
«Ma io parlo della documentazione avuta dalla Questura, dove si parlava di non più di 300 persone. Sa, io non uso i social, non ho l'abbonamento a Facebook o twitter. Le informazioni che avevamo noi non erano queste».

Ma perché la Prefettura non è intervenuta neppure nella gestione della trattativa sindacale?
«Perché il tavolo era nazionale, in carico al governo. Noi in genere ci muoviamo, avviando le proc
edure di raffreddamento, quando le questioni sono a livello provinciale».

Ci possono essere stati dei disguidi con la Questura, visto che c'è in corso l'avvicendamento tra il questore uscente D'Angelo e quello entrante Marino?
«Ma no, non ci sono vuoti. Anche io posso esserci oppure no, ma la struttura esiste comunque».

Mai più manifestazioni in Centro, da oggi in poi?
«Già l'ex prefetto Gabrielli e D'Angelo regolamentarono i cortei e quell'accordo tiene. Ma quella dei tassisti era una serrata, contro la quale abbiamo pochi strumenti di contrasto».

A dirla tutta, una mano non ve l'ha data neppure la sindaca, che inizialmente ha cavalcato la protesta salvo poi prendere le distanze dalle violenze. Quel sostegno era opportuno?
«Su questo non mi esprimo. Lei è il primo cittadino, si assume la responsabilità delle cose che dice».

Ci sarà in futuro una zona rossa?
«Guardi, Roma è già tutta militarizzata... Quello che conta è la prevenzione, come è avvenuto nel corso del Giubileo».

Lei parlò di una città in prognosi riservata. È ancora così?
«Purtroppo ci sono delle condizioni oggettive: la minaccia del terrorismo, la sofferenza delle periferie, i campi nomadi. Ma c'è una luce in fondo al tunnel, e non è il camion contromano della barzelletta...».

Dove finiranno i migranti?
«Abbiamo fatto dei bandi escludendo i territori sovraffollati, vicini ai centri urbani, nelle periferie più critiche. In giro ci sono anche esempi positivi: Rocca di Papa, Fiumicino...».

Come giudica l'operato della Raggi?
«Vedo tanto entusiasmo, ma chiunque avesse guidato Roma dopo Mafia Capitale si sarebbe trovato in difficoltà».

A proposito di Mafia Capitale: esiste ancora?
«Vediamo come si chiudono i processi».

 

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