Roma, stuprò una donna malata al San Camillo: condannato a 6 anni di carcere

Roma, stuprò una donna malata al San Camillo: condannato a 6 anni di carcere
di Adelaide Pierucci
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Sabato 14 Gennaio 2017, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 11:10

Per abusare di una vicina di letto, Abderhim Loudadsi, marocchino di 40 anni, ricoverato al San Camillo col bacino fratturato dopo un investimento stradale, si era denudato dalla testa ai piedi. E poi si era infilato sotto le lenzuola della vittima, una paziente di 39 anni operata al cervello per un tumore, sedata, e contenuta dai sanitari, per salvaguardarla, con le braccia legate al letto. Era la notte del 7 maggio 2016. Un «reato empio», l'ha definito, ieri, il pm Antonio Calaresu, che ha spuntato per l'imputato la condanna a sei anni di carcere davanti ai giudici della II sezione del tribunale per violenza sessuale. Una sentenza emessa in tempi stretti. Il collegio si è riservato per la decisione una mezzora. D'altra parte la difesa dell'imputato in aula più che inutile è stata imbarazzante. Col bacino, ancora fasciato, Loudadsi ha dichiarato di non aver mai approfittato della paziente. «Stavo in ospedale perché un auto mi aveva investito. Ed ero stato operato per fratture alle costole», ha premesso, «non riuscivo a camminare, ero dolorante. Immobilizzato a letto. Ho avuto un malore, mi sono alzato e a piccoli passi ho cominciato a camminare, disorientato. Stanco mi sono appoggiato a letto della signora, niente di più». Alla domanda rivolta dall'accusa sul perché fosse nudo ha risposto senza esitazioni: «Perché il mio cambio era sporco». Sulle lenzuola la polizia scientifica, invece, aveva individuato la traccia che l'ha poi inchiodato.
Erano stati due infermieri a stanarlo nel letto della poveretta, una giovane donna croata che per via del tumore al cervello aveva perso quasi del tutto la vista e il senso dell'orientamento.

LA SCOPERTA
Alle prime ore dell'alba il personale del reparto di neurochirugia uomini aveva sentito un campanello suonare. Nel prestare servizio al paziente che aveva sollecitato l'intervento gli infermieri si erano accorti che il letto del marocchino era vuoto. Lo hanno trovato nel reparto di neurochirugia donne nel letto della paziente, che era riuscita a slegarsi solo un polso. L'hanno preso di peso. Ma non è bastato. Nel frattempo che arrivasse una volante della polizia l'aggressore aveva provato pure a fuggire. E ora a nove mesi dal fatto, la condanna. Il pm aveva chiesto una pena di otto anni. «Per l'imputato senzatetto ci aspettiamo solo una pena adeguata alla gravità del caso», è stato il sollecito del legale di parte civile, l'avvocato Alessandro Gentiloni Silveri. Abderhim Loudadsi, ora detenuto, viveva sul lungomare di Ostia. Nel suo curriculum una serie di contestazioni per spaccio e pure un'altra accusa pendente per violenza sessuale.

 
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