Roma, schede telefoniche intestate a morti e vendute ai criminali: maxi sequestro della Finanza

Roma, schede telefoniche intestate a morti e vendute ai criminali: maxi sequestro della Finanza
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Martedì 30 Maggio 2017, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 14:50

Migliaia di schede sim intestate a persone decedute, a soggetti ignari e a clochard, praticamente impossibili da tracciare, e poi rivendute a gruppi criminali. A scoprire l'imbroglio orcherstrato da una nota azienda capitolina attiva nel settore della telefonia mobile, sono stati i finanzieri del Comando provinciale di Roma. I militari hanno eseguito oggi un decreto di sequestro preventivo, congelando i beni della società circa 400mila euro. Dalle indagini è emerso che le utenze indebitamente attivate sarebbero più di 35mila. Ora, 12 persone sono state denunciate per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, all’accesso abusivo a sistemi informatici e al trattamento illecito dei dati personali.


L'inchiesta è scattata nel marzo del 2015,dopo una rapina sventata dalle Fiamme Gialle dell’aeroporto di Fiumicino. I malviventi, che foraggiavano un'attività di narcotraffico grazie alla refurtiva delle numerose rapine messe a segno in varie gioiellerie, utilizzavano schede telefoniche intestate ad altri soggetti, in modo da criptare le comunicazioni intercettate.

Dopo due anni di accertamenti, i finanzieri del gruppo di Fiumicino hanno scoperto che la maggior parte delle sim utilizzate per commettere reati gravissimi era stata attivata in punti vendita riconducibili tutti al medesimo master dealer. Delle oltre 35mila schede telefoniche illecitamente attivate, circa 12mila sono risultate intestate a 3.000 cittadini stranieri, tutti residenti presso lo stesso indirizzo, sede di una comunità religiosa, totalmente estranea ai fatti e dedita all’assistenza di persone senza fissa dimora. Altre schede sequestrate sono risultate invece intestate a persone decedute o inesistenti, mentre un grandissimo numero di sim è stato attivato utilizzando indebitamente i dati personali di altri clienti del dealer. 

La società coinvolta, oltre a fornire ai malviventi numeri telefonici sempre diversi e difficilmente riconducibili ai reali utilizzatori, si è servita delle schede per ottenere illecitamente oltre 400mila euro di bonus da uno dei principali operatori telefonici utilizzati.
Il premio era infatti previsto per il gestore del punto vendita al raggiungimento di determinate soglie di attivazioni di schede sim.

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