«Il problema di fondo» denuncia il professor Riccardo Ballanti gastroenterologo, direttore U.O.C Gastroenterologia all’Ospedale Santo Spirito e San Filippo Neri, durante il Congresso «è che a tutt’oggi un significativo numero di pazienti affetti da MICI rimane inadeguatamente vaccinato. Per questa popolazione è di fondamentale importanza effettuare lo screening sistematico di tutte le infezioni che possono insorgere in corso di terapia con farmaci immuno soppressivi; è di assoluta rilevanza riconoscerle precocemente e trattarle secondo le linee guida del Ministero della Salute effettuando successivamente un adeguato follow-up. In prospettiva è necessario che venga ampliato il campo di ricerca nell’ambito delle tecnologie biomediche, per aumentare la sicurezza e ottenere una completa efficacia delle vaccinazioni nei pazienti immuno compromessi».
«È importante chiarire che il paziente colpito da malattie infiammatorie croniche intestinali non deve essere considerato, esclusivamente in base al proprio status, un soggetto con alterate capacità nel manifestare una risposta immune» segnala Ballanti «In altre parole, il paziente affetto da deficit immunitario ha un’alterazione dell’immunità cellulare che incrementa il rischio di contrarre una complicanza infettiva».
Le linee guida europee ECCO (European Crohn’s and Colitis Organization) del 2014 raccomandano di sottoporre i pazienti affetti da MICI ad alcune vaccinazioni specifiche, come quella contro l’epatite B, varicella, influenza, papilloma virus e pneumococco. Tali vaccini sono sicuri nei pazienti affetti da MICI e non sono associati al rischio di riacutizzazione della malattia infiammatoria cronica intestinale. Per esempio, tutti i pazienti con MICI dovrebbero essere sottoposti annualmente a vaccinazione anti influenzale per evitare il rischio di complicanze.
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