Roma, stretta del Campidoglio sui set cinematografici in centro

Roma, stretta del Campidoglio sui set cinematografici in centro
di Camilla Mozzetti
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Martedì 22 Novembre 2016, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 23 Novembre, 16:06
LO SCONTRO
Per il momento è solo una proposta che, tuttavia, rischia di avere degli effetti importanti sul futuro dell'industria cinematografica nella Capitale. Il Movimento 5 Stelle pensa di decentrare i campi-base delle produzioni fuori dal centro storico di Roma e questo significherebbe rendere più complicata la vita per i set in città. Un nuovo Sorrentino? Difficile. Un replay di Woody Allen? Stesso discorso. Qualora la proposta trovasse infatti un seguito, bisognerebbe cercarla con il lumicino una casa di produzione disposta a girare in centro avendo però il grosso delle attrezzature dai truccatori fino ai costumisti a distanza di chilometri.

IL VERTICE
Ieri pomeriggio si è riunita la commissione Cultura per analizzare le problematiche relative alle riprese cinematografiche che ogni anno portano a Roma più di 570mila euro solo per l'occupazione di suolo pubblico (senza contare i ritorni in termini d'immagine). Dall'incontro è emersa questa volontà: alleggerire il centro storico dalla presenza ritenuta «ingombrante» delle produzioni e cercare di incrementare altre zone, magari periferiche. Nonostante proprio lo Stato e la Regione Lazio, ma anche il Campidoglio in passato, si siano battuti, anche in termini di agevolazioni fiscali, per invogliare le grandi produzioni internazionali a tornare nella Capitale. Tanto per fare un esempio, l'occupazione di suolo pubblico per le case di produzione è stato reso, con la delibera capitolina 39/2014, molto appetibile: per ogni mq giornaliero occupato il costo è di 1,61 euro. L'idea dei 5 Stelle, invece, rischia di allontanare registi e produttori bandendo di fatto la possibilità per una produzione di immortalare scenari unici. L'idea è allo stato embrionale ma nella maggioranza grillina emergono già diversità di vedute: «Ripenso alle lunghe file sul lungotevere ha esordito la consigliera Alisia Mariani quando Roma ospitava il set di 007, noi dobbiamo pensare all'interesse dei cittadini e non a quello dei film». E ancora, parole della presidente di commissione Eleonora Guadagno, «sequestrare delle aree di pregio per intere settimane è eccessivo».

LA BUROCRAZIA
«Bisogna rilanciare l'immagine di Roma», la replica di un'altra grillina Maria Teresa Zotta. Dall'opposizione occhi sgranati. «Le produzioni cinematografiche dice la capogruppo del Pd, Michela Di Biase, moglie del ministro della Cultura Dario Franceschini rappresentano prima di tutto un tema fondamentale di rilancio economico per la città». Quello che in realtà serve, a detta dei consiglieri Giulio Pelonzi (Pd) e Alessandro Onorato (lista Marchini), è una semplificazione delle procedure per i permessi. E poi snellire le lungaggini burocratiche, capire in che modo gli introiti delle occupazioni di suolo pubblico vengono utilizzati. «I ricavati ha spiegato Giulio Pelonzi vengono poi girati alla Sovrintendenza capitolina oppure vengono reinvestiti nel settore?».
 
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