Roma, un anno dopo il sisma: scuole ancora in attesa dei report sui danni

Roma, un anno dopo il sisma: scuole ancora in attesa dei report sui danni
di Camilla Mozzetti
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Domenica 20 Agosto 2017, 10:29
IL FOCUS
I soffitti sono resistenti? Chissà. Quelle crepe sulle pareti si sono aperte solo per l’intonaco vecchio? Forse, ma forse no. Chi, in vista dell’anno scolastico ormai alle porte va a caccia di certezze (da un anno a questa parte, per la verità...), dovrà accontentarsi solo di un dato incontrovertibile, che purtroppo nulla ha a che vedere con la sicurezza della staticità sismica degli istituti romani: il prossimo 15 settembre più di 150 mila studenti torneranno in classe ma famiglie, professori e persino i dirigenti non sanno se davvero le scuole della Capitale sono sicure dopo il terremoto che lo scorso 24 agosto (con bis il 30 ottobre) ha devastato Amatrice e l’Italia centrale. O meglio, lo sanno solo a parole: bisogna fidarsi di quelle. Il Campidoglio, dopo le scosse, disse che non c’erano rischi. Ma i presidi, un anno dopo, stanno ancora aspettando un pezzo di carta, un dossier che ufficializzi, nero su bianco, questa dichiarazione. «Prima dell’estate – spiega Mario Rusconi, a capo dell’Associazione nazionale presidi di Roma – abbiamo incontrato il sindaco Raggi, l’assessore alla scuola, Laura Baldassarre e il presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito, chiedendo di mostrarci le risultanze del lavoro di verifica in modo da iniziare il nuovo anno senza patemi d’animo». Preoccupazione eccessiva, visto che Roma non è considerata zona sismica? Nemmeno tanto, visto che l’80% delle scuole è stato edificato prima degli anni ‘50. 
I CONTROLLI
E invece nulla. I dirigenti sono ancora lì che aspettano. Un anno fa, il Comune varò un singolare sistema di verifica degli edifici: moduli precompilati che le dirigenze scolastiche – dalle elementari ai licei – ricevettero tramite posta elettronica. In sostanza, erano i presidi insieme al professore che per ogni scuola ha la delega alla “sicurezza” a dover scandagliare gli edifici andando a caccia di crepe o crolli. Il sistema, ovviamente, scatenò le polemiche: «Ma che siamo degli ingegneri? Come possiamo valutare la gravità di una crepa?», tuonarono i presidi. E tuttavia, il lavoro venne svolto in 1.124 edifici, le schede furono compilate e inviate di nuovo al Campidoglio che spedì i tecnici nelle scuole più problematiche mentre la Città Metropolitana lavorò in autonomia sulle ispezioni. Conclusione? Arrivarono le rassicurazioni, pronunciate dal sindaco in persona: nessun danno ingente. Eppure, come detto, su quei controlli non esistono documenti ufficiali. Di più, con un anno di ritardo la commissione Scuola ha chiesto soltanto prima dell’estate ai Municipi un elenco di strutture scolastiche dove far partire le verifiche sulla staticità sismica degli edifici. «Meglio tardi che mai», hanno commentato alcuni consiglieri grillini nei territori, quasi a giustificarsi di un piano che arriva in evidente ritardo.
LE NUOVE INDAGINI
Le indagini, verosimilmente partiranno nelle prossime settimane ma non è escluso, considerato la lentezza amministrativa, che il lavoro proseguirà anche dopo l’inizio del nuovo anno scolastico. Tra i pochi Municipi che hanno presentato l’elenco c’è quello del Centro storico (a guida Pd), che ha il maggior numero di edifici vetusti e che per questo ha segnalato all’amministrazione centrale 6 plessi. Di questi, solo uno – per ora – è stato “preso in carico” dal Comune: «Hanno accolto l’elementare all’Aventino – spiega l’assessore alla Scuola Giovanni Figà Talamanca – che oggettivamente non presenta enormi criticità rispetto ad altri plessi come la scuola Gianturco, Regina Elena o Vittorino Da Feltre». Intanto per i ritardi e le imprescindibili ferie d’agosto, l’incontro con il neo assessore al Lavori Pubblici, Margherita Gatta, e i vari assessori competenti in materia dei Municipi è slittato dalla prossima settimana all’11 settembre. Nella riunione, si dovrebbe parlare anche dell’edilizia scolastica. Ma per discutere lo stato dei luoghi dove i ragazzi trascorrono gran parte della loro giornata, evidentemente, c’è tempo. 
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