Roma, la beffa dei rifiuti nei campi rom: l'Ama spende mezzo milione

Roma, la beffa dei rifiuti nei campi rom: l'Ama spende mezzo milione
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 7 Gennaio 2016, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 19:09

Ogni anno l'Ama - e dunque i romani - spende 300mila euro per raccogliere i rifiuti prodotti dai campi rom. Proprio in questi giorni l'azienda ha pubblicato il bando di gara per assegnare il servizio per i prossimi due anni. Domanda: visto che Ama è la società in house del Comune di Roma che raccoglie i rifiuti prodotti dai cittadini, perché non lo fa anche nei campi rom? La risposta non è semplice.

E per darla bisogna partire da uno dei problemi cronici della Capitale e denunciati tante volte dai romani che abitano vicino ai campi: i roghi tossici. Bene, la scena successiva è quella delle braci e delle ceneri abbandonate tra i rifiuti, che rendono pericoloso quel materiale e che richiedono - almeno secondo Ama - il ricorso a società esterne specializzate. Ovviamente, per le finalità dei campi attrezzati i rom non pagano la Tari che rientra tra le spese affrontate direttamente dal Campidoglio.

OFFERTE
Torniamo alla gara. Si legge sul sito dell'azienda: «Ha per oggetto il servizio di raccolta e trasporto giornaliero dei rifiuti solidi urbani prodotti presso i campi nomadi attrezzati del territorio di Roma Capitale e per interventi di bonifica all'interno ed all'esterno degli stessi, per un periodo di 24 mesi». L'importo complessivo massimo presunto dell'appalto è pari a 600mila euro più Iva. La data indicata come scadenza per presentare le offerte è il 18 gennaio.
 
Quali sono i campi interessati da questo tipo di servizio? L'elenco compare alla voce «descrizione e modalità del servizio». Sono undici: via Olimpica-Foro Italico, via Salviati (1 e 2), via di Salone, via Arco di Travertino, La Barbuta, via Pontina, viale Ortolani, via Candoni, La Monachina, via Cesare Lombroso e via Salaria. Si legge ancora: «È previsto, inoltre, il servizio specifico di bonifica dei rifiuti, eventualmente presenti all'interno o in prossimità delle aree dei campi nomadi attrezzati». Fin qui le linee principali dell'appalto. Secondo alcune stime, il quantitativo di rifiuti prodotti nei campi non è imponente, circa 5.000 tonnellate all'anno. Ma perché allora Ama non fa la raccolta direttamente senza appoggiarsi a una società esterna?

IL FENOMENO
Qui si arriva alla parte più delicata della storia. Prima di tutto la differenziata nei campi rom attrezzati ha dato risultati che si possono definire deludenti. Inoltre, c'è un problema più spinoso: la spazzatura indifferenziata raccolta ha caratteristiche particolari, perché vi si trovano non di rado ceneri e braci, dunque è necessario che se ne occupino ditte specializzate. Un elemento collegato da vicino appunto al problema dei roghi tossici: a volte, nei pressi di alcuni campi, vengono bruciati elettrodomestici e cavi elettrici, un'operazione necessaria per recuperare il rame, metallo che ha un valore elevato sul mercato e che quindi viene rivenduto.

Ciò che resta, però, viene gettato nella spazzatura e questo complica l'operazione di raccolta dei rifiuti nei campi. E ha reso necessario, negli anni, il ricorso all'esternalizzazione del servizio. Contro i roghi tossici da tempo ci sono stati interventi delle forze dell'ordine, manifestazioni di protesta dei cittadini. Se ne è parlato anche nei giorni dell'allarme polveri sottili perché mentre c'erano le targhe alterne per combattere lo smog, in alcune zone si alzavano i fumi nocivi. La settimana scorsa c'è stato anche chi, come la Lista Marchini, ha richiesto l'intervento del prefetto Franco Gabrielli: «Alla Barbuta sono stati appiccati ancora i roghi tossici.

L'inquinamento nel VII municipio ha segnato il record di 96 microgrammi per metrocubo delle polveri sottili, quasi il doppio rispetto ai limiti di legge. È inaccettabile che i cittadini di Capannelle, Statuario, Ciampino e zone limitrofe continuino a subire tutto questo».

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