Roma, riciclaggio Fastweb-Telecom Italia Sparkle: assoluzione definitiva per i manager

Roma, riciclaggio Fastweb-Telecom Italia Sparkle: assoluzione definitiva per i manager
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Lunedì 5 Marzo 2018, 17:47 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 12:55
Per i cinque manager di Fastweb, compreso il fondatore Silvio Scaglia, finiti sul banco degli imputati per il presunto maxiriciclaggio di due miliardi di euro, è arrivata l'assoluzione definitiva. Lo ha annunciato in una nota Fabrizio Merluzzi, difensore di uno dei dirigenti imputati, Massimo Comito, precisando che la sentenza di proscioglimento di appello non è stata impugnata in Cassazione. «È stata notificata questa mattina a Massimo Comito la conclusione positiva del procedimento penale sul caso Fastweb-Telecom Italia Sparkle, nato in seguito all'inchiesta emersa nel 2010 sul presunto maxiriciclaggio di due miliardi di euro. Diventa quindi definitiva l'assoluzione per lui e gli altri cinque manager coinvolti - prosegue il penalista - Silvio Scaglia, Mario Rossetti e Roberto Contin (rispettivamente fondatore, ex direttore finanziario e responsabile Large Account di Fastweb), Stefano Mazzitelli e Antonio Catanzariti (rispettivamente ex amministratore delegato ed ex responsabile Carrier sales Italy di Telecom Italia Sparkle)».

«La sentenza di assoluzione in secondo grado decisa nel settembre scorso dalla Corte d'appello di Roma (che confermava l'assoluzione in primo grado del Tribunale di Roma dell'ottobre 2013) - precisa il penlista - non è stata impugnata di fronte alla Corte di Cassazione entro i termini consentiti dalla Procura generale né dalle parti civili, passando così in giudicato». «Per il mio assistito - aggiunge Merluzzi - si concludono anni di dolore, sofferenza, umiliazione.
Massimo Comito esce a testa alta da questa lunga vicenda, con un'assoluzione piena, nel merito, che porta giustizia in una vicenda piena di ingiustizie. A breve presenteremo un ricorso per l'ingiusta detenzione subita da Comito: si tratta di ben cinque mesi in carcere e sette mesi agli arresti domiciliari».
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