«La sentenza di assoluzione in secondo grado decisa nel settembre scorso dalla Corte d'appello di Roma (che confermava l'assoluzione in primo grado del Tribunale di Roma dell'ottobre 2013) - precisa il penlista - non è stata impugnata di fronte alla Corte di Cassazione entro i termini consentiti dalla Procura generale né dalle parti civili, passando così in giudicato». «Per il mio assistito - aggiunge Merluzzi - si concludono anni di dolore, sofferenza, umiliazione.
Massimo Comito esce a testa alta da questa lunga vicenda, con un'assoluzione piena, nel merito, che porta giustizia in una vicenda piena di ingiustizie. A breve presenteremo un ricorso per l'ingiusta detenzione subita da Comito: si tratta di ben cinque mesi in carcere e sette mesi agli arresti domiciliari».
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