Roma, selfie sul ponte di Corso Francia. L'allarme dei genitori: «Serve una rete, o si rischia la tragedia»

Roma, selfie sul ponte di Corso Francia. L'allarme dei genitori: «Serve una rete, o si rischia la tragedia»
di Veronica Cursi
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Venerdì 19 Maggio 2017, 10:01

«Sedersi sulla balaustra di Corso Francia? Semplicemente da cretini. Prima o poi qualcuno cadrà e quando ci sarà il morto tutti a dire che si poteva evitare». Fabio Ferrone è un papà 50enne alle prese con tre figli adolescenti. Qualche mese fa sul profilo Instagram della più piccola, appena 15enne, trovò una foto: sua figlia in piedi sopra pochi centimetri di marmo a pochi passi dal vuoto. «Quando ho visto quel selfie su Corso Francia non potevo credere ai miei occhi. Le ho detto, ma che stavi facendo? Ti rendi conto che basta un attimo per cadere giù? E lei sa che mi ha risposto? Papà dov'è il problema i miei amici lo fanno tutti». L'emulazione, ecco il problema.
Da allora Fabio è andato in fondo a quella storia scoprendo che da mesi, tutti i giorni, decine di adolescenti sceglievano quel terrazzino in bilico sul nulla come ritrovo pomeridiano.

 

LA PETIZIONE
E pubblicando una petizione su Facebook rivolta ai genitori: «Fermiamo questa follia: facciamo qualcosa prima che qui succeda la tragedia». Centinaia di condivisioni. Sono seguite chiamate alle forze dell'ordine, mamme e papà sul piede di guerra, giorni di ronde. «Poi tutto come prima», si sfoga Alessandra Borghi che a sua figlia 13enne ha detto: «Se provi a rifarlo devi temere me più che la caduta». «Adesso sono tutti bravi a dire che è una cosa risaputa, che i ragazzi lo fanno da sempre. Ancora peggio: com'è possibile tollerare una cosa così pericolosa?». Denunciare certo, ma forse anche prevenire.
«Carabinieri e polizia capitano spesso lì, qualche volta gli fanno la ramanzina, li mandano via, che altro possono fare - dice Alessio Proietti, papà di un altro 15enne sorpreso sul ponte - Bisognerebbe multarli, fargli ripulire il ponte: ormai hanno imbrattato tutto il parapetto e la balaustra». Ma non basta. «Si dovrebbe pensare ad altre soluzioni, magari una rete o una ringhiera. Certo chi ha progettato quel ponte negli anni 30 non avrebbe mai potuto pensare che sarebbe stato utilizzato così». E le famiglie devono fare la loro: «Con altre mamme ci siamo promesse di controllare i vari profili Fb e Instagram dei figli - racconta Giorgia, 53 anni - e se vediamo foto o video postati da lì, ci avvertiamo subito. Questi ragazzi non si rendono conto che una bravata può costare la vita, che a 13, 14 anni si può morire. Non voglio aspettare di andare a piangere a qualche funerale per dire a mio figlio te l'avevo detto».