Psicosi meningite a Roma, ressa alle Asl per i vaccini: lunghe file e tensione

Psicosi meningite a Roma, ressa alle Asl per i vaccini: lunghe file e tensione
di Valeria Arnaldi
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Giovedì 5 Gennaio 2017, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 00:02
Sono passate da poco le quattro, la città è ancora buia, quando il primo padre desideroso di un appuntamento per vaccinare i propri figli per la meningite arriva davanti alla Asl in via Dina Galli, zona Vigne Nuove. Dovrà attendere alcune ore perché le porte siano aperte, per questo ha indossato guanti, cappello e giaccone da montagna. D'altronde, ha già tentato il giorno precedente ma è arrivato tardi, alle 7.30, e si è trovato in fondo a una fila di decine di persone, rimanendo così escluso dall'elenco dei fortunati riusciti a prendere un appuntamento. Perché «alle 14 si chiude spiegano al Centro e le file non sono a esaurimento, chi non ha avuto l'appuntamento dovrà tornare un altro giorno».

E affrontare nuovamente la coda. Scene di protesta e momenti di tensione, ieri, in più centri vaccinali della Capitale. La corsa al vaccino, infatti, in queste ore, sta affollando le Asl di centinaia di persone alla ricerca di informazioni e, se possibile, appuntamenti. Chi arriva tardi o senza prenotazione, ha la certezza di dover aspettare ore ma non quella di riuscire a vedere il suo cognome sul registro. Inevitabili le proteste in più strutture, proprio a partire da quella in via Galli, dove già a dicembre c'erano state lamentele per il vaccino esaurito, tornato disponibile dopo oltre dieci giorni.

LA RABBIA
«L'altro giorno sono venuta alle 9 insieme a mio figlio, cui peraltro avevo detto di rimanere a digiuno visto che nessuno rispondeva al telefono per darmi informazioni racconta Rita Benini Dopo tre ore si è sentito male e siamo dovuti andare via. Sono tornata questa mattina, senza di lui, la fila arrivava fino in mezzo alla strada, ho aspettato altre due ore e mezzo e finalmente mi hanno dato un appuntamento a metà marzo. È assurdo e vergognoso che la cosa sia gestita così male». Anche Laura Peci è alla sua seconda mattinata di fila: «È scandaloso che ci trattino così. Ci lasciano nell'ignoranza più completa. Si arriva al mattino, si vede la coda e si attende. Nessuno fornisce informazioni. Si può solo sperare di fare in tempo. Non si sono organizzati: adulti, bambini, anziani sono tutti insieme, è una follia». Tentare di avere informazioni per telefono, secondo molti, è inutile. «Ho provato per giorni a chiamare ai numeri e negli orari indicati dice la signora Paola non risponde nessuno».

«Mai visto una fila del genere e sono venuto tante volte», afferma Christian Cipolletti. Decine di persone rimangono in attesa pure a pochi minuti dalla chiusura. Tutte ripetono, come fosse una garanzia, il numero che gli è stato dato appena arrivate. Nulla di ufficiale, solo un sistema di conti gestito dagli stessi che sono in fila per non perdere il posto e non lasciare spazio ai furbetti. Senza valore. Situazione tesa pure al centro vaccinazioni in via Ovidio, dove a lamentarsi sono anche i dipendenti. «Sono arrivata alle 6.30 spiega un'infermiera a quanti sono rimasti in fila ma esclusi e già c'erano venti persone ad aspettare. Non si danno numeri. Gli elenchi fatti spontaneamente non hanno senso: c'è chi scrive il nome del vicino di casa, pure se non è presente». Il problema, anche qui, è il numero chiuso. I vaccini sono contingentati. Non ci sono informazioni, né certezze. Solo attese. E la paura aumenta.