Dopo quasi tre anni di appostamenti e intercettazioni la sezione distaccata di Polizia Giudiziaria in Procura assieme al Gruppo sicurezza sociale e urbana (Gssu) hanno incastrato il romeno, che aveva conquistato la gestione del triangolo della prostituzione via Aurelia-Viale Marconi-via Cristoforo Colombo. Nella zona sud di Roma, dove le giovani dell'est si vendono soprattutto nei pressi dei benzinai. Il boss sarebbe legato ad una organizzazione romena senza scrupoli con tentacoli in altri Paesi europei, che convince ragazze romene a emigrare con promesse di una casa, lavoro e guadagni. Una volta giunte a Roma, però, le giovani vengono costrette alla prostituzione, con rigidi sistemi di controllo sulla loro vita e sui ricavi, ospitate a gruppi di 3 o 4 in case della periferia sud, mantenute in semi-povertà, addirittura contando i profilattici utilizzati durante i «turni».
I proventi andavano tutti a "Babboi" oppure al protettore di turno che aveva in gestione un tratto di marciapiede assegnato, che a sua volta riconosceva al capo fino a 150 euro al giorno, a seconda della «esposizione» e del traffico dei clienti.
Un centinaio di ragazze rendevano alla banda 30-40 mila euro al mese. Alcune incassavano ogni notte dai 500 ai 700 Euro, e se qualcuna di loro provava a ribellarsi o a trattenere i soldi, subiva brutali violenze e veniva minacciata di ritorsioni contro i parenti in Romania. Le indagini della polizia municipale continueranno su altri filoni.
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