Roma, rissa a piazza Cavour: processo immediato per i baby picchiatori

Roma, rissa a piazza Cavour: processo immediato per i baby picchiatori
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Giovedì 25 Maggio 2017, 07:49 - Ultimo aggiornamento: 16:59

L'INCHIESTA
Hanno quasi massacrato un ragazzino nel cuore della città: a piazza Cavour, proprio di fronte alla Corte di Cassazione, ritrovo abituale di gruppi di giovanissimi. Ripresi dalle telecamere di sorveglianza del Palazzo di Giustizia, hanno colpito un sedicenne con calci, pugni, caschi e, addirittura, con una coltellata che non l'ha ucciso per un soffio. Ora, i quattro maggiorenni della baby gang con base al Palazzaccio e simpatizzanti dell'estrema destra, finiranno a processo. La pm Elisabetta Ceniccola, che li ha indagati per tentato omicidio aggravato dai futili motivi, ha chiesto e ottenuto che i giovani arrivino sul banco degli imputati con rito immediato, saltando quindi la fase dell'udienza preliminare.
Per i giudici del Riesame, che lo scorso febbraio avevano confermato gli arresti domiciliari a loro carico, i quattro avrebbero agito «con brutalità, determinazione e ferocia», si legge nel dispositivo. Il tutto, per decretare il possesso del territorio, dominare «una piazza che ritenevano evidentemente di loro esclusiva spettanza». Agendo come uno squadrone compatto, i componenti della gang avrebbero messo in atto un rituale punitivo e «inquietante» contro un sedicenne ritenuto diverso «perché proveniente da altri contesti sociali», continuano i magistrati. Nei confronti di altri tre indagati che non hanno ancora compiuto 18 anni, procede invece il Tribunale dei minori.
LA VIOLENZA
I fatti risalgono allo scorso 14 ottobre. «Andatevene, qui comandiamo noi», avrebbe urlato uno degli indagati alla vittima e ai suoi compagni, prima di colpire con un casco uno di loro. Poi, più di dieci persone si sarebbero accanite contro il sedicenne. Sette ragazzi sono identificati dai carabinieri grazie al video delle telecamere di sorveglianza del Palazzaccio. Inutili le giustificazioni durante l'interrogatorio di garanzia. Gli indagati hanno infatti detto che la vittima aveva infastidito una loro amica.
LE GIUSTIFICAZIONI
«Mi sono avvicinato per dire che queste cose non si fanno e che il loro gesto non è stato carino», ha raccontato uno dei baby picchiatori agli inquirenti. Per i giudici, invece, i giovani hanno agito con «un uso disinvolto della violenza solo per dimostrare agli altri componenti del gruppo adesione e fedeltà ai comuni propositi». A sostegno di questa tesi, il racconto, spiazzante, di un altro indagato, intervenuto ad aggressione iniziata solo per dare man forte ai compagni. Interpellato dal gip sui motivi dell'aggressione, non ha nemmeno saputo dare una spiegazione chiara. «Non so se l'ho fatto per vigliaccheria - ha raccontato a verbale - Erano miei conoscenti, quindi sono intervenuto». Correndo verso gli amici, si era sfilato la cintura e aveva colpito la vittima con ferocia. Per i magistrati, la sua è stata «un'azione impulsiva e immotivata», visto che non si sarebbe nemmeno preoccupato di capire cosa fosse successo.
Michela Allegri
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