Roma, pregiudicati nelle case comunali.Spuntano cento palazzi occupati

Roma, pregiudicati nelle case comunali.Spuntano cento palazzi occupati
di Alessia Marani
3 Minuti di Lettura
Venerdì 5 Febbraio 2016, 08:20
Fortini dello spaccio, case-bunker a prova di sbirro e residenze dove scontare gli arresti domiciliari a costo zero. Poi c'è il Far West delle occupazioni: «Vorrei fare sapere al commissario straordinario Tronca - ha ricordato giusto ieri l'ex sindaco Francesco Rutelli - che a Roma ci sono più di cento palazzi, non appartamenti, occupati abusivamente. E che la Regione ne ha dati un centinaio vuoti». Se sei ai domiciliari e non paghi la pigione al Comune, nessuno ti può cacciare via: potrebbe farlo solo il giudice che ha emesso la misura cautelare ma soltanto dopo avere individuato un alloggio alternativo. Già, ma dove?

NARCOS
Nella giungla degli alloggi low cost targati Spqr ma dati in affitto a prezzi di edilizia popolare spuntano anche nomi di criminali di rango, ex narcos in affari con pezzi della Banda della Magliana, dediti negli anni '90 a importare nel Bel Paese grossi carichi di cocaina.
 
Traversate oceaniche dal Centro America fin sulle spiagge del Mare Nostrum, intercettate dagli uomini migliori del Ros: era il '95 e i carabinieri sequestrarono a una rete di trafficanti tra l'Italia e la Colombia più di una tonnellata di coca di qualità, una partita da capogiro. Una sessantina i pesci grossi e piccoli nella rete, tra gli arrestati anche un uomo, oggi sessantenne che risulta inquilino di un appartamento di proprietà comunale in pieno centro, tra Campo dè Fiori e il lungotevere e il canone medio d'affitto supera a malapena i 150 euro al mese.

Se in Centro gli inquilini pregiudicati sono una mosca bianca, nelle case di periferia la percentuale sale. Nelle case Erp di Tor de' Cenci e del Pigneto l'altra estate fece scalpore la presenza ripetuta del cognome “Casamonica” (una quarantina) tra gli assegnatari individuati dal Comune. Non tutti riconducibili a stretto giro di posta all'ormai famigerato clan che spadroneggia a Est della Capitale, soprattutto non con gli stessi redditi e quindi, almeno sulla carta, “bisognosi”.

LA LEGGE
«Quanto dovuto per un alloggio di edilizia residenziale popolare - spiega l'ex assessore comunale alle Politiche Sociali, Francesca Danese - è stabilito da leggi regionali. E sempre le leggi regionali regolano l'accesso alle graduatorie. Quel che conta è il reddito, che viene accompagnato da una relazione sociale allegata alla pratica. Chi ha una fragilità speciale, quali anzianità o disabilità, può avere più punteggio. Ma non si guarda alla fedina penale. Anche per questioni di privacy». Danese in dieci mesi di lavoro ha avviato le procedure per la “restituzione” - ovvero lo sgombero e la riassegnazione - di 2800 alloggi, per 227 di questi è finito l'iter burocratico (ovvero sono stati rigettati i ricorsi dei precedenti inquilini). «So che ne stanno restituendo al ritmo di 15 a settimana, il lavoro viene proseguito dagli uffici e dal commissario Tronca».

LE TORRI
Un caso su tutti: Tor Bella Monaca, quattromila alloggi comunali più un migliaio di proprietà dell'Ater. Le retate di carabinieri e polizia tra le torri si sprecano. L'ultima, grossa, in grande stile è della scorsa estate. Elicottero, blindati, 150 tra agenti e militari danno l'assedio al serpentone del blocco R5, in risposta alla rivolta dei pusher contro la polizia che tentò un paio di giorni prima di arrestare alcuni spacciatori. «Dati di quanti pregiudicati vivano nelle case di edilizia residenziale non esistono - spiega Annamaria Addante, dell'associazione inquilini e proprietari Erp e Ater - anche perché incrociare questi dati sensibili è difficile, ma di certo al degrado si accompagnano fenomeni di spaccio, rapine e manovalanza criminale». Nuova Ostia, Pietralata, Centocelle, le case “dei napoletani” a Torre Spaccata: qui si annidano boss di ieri e gang emergenti. Non proprio inquilini modello.
© RIPRODUZIONE RISERVATA