Choc a Prati, sgozza il padre nel sonno: «Ero posseduto»

Choc a Prati, sgozza il padre nel sonno: «Ero posseduto»
di Marco de Risi e Paola Vuolo
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Venerdì 9 Settembre 2016, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 14:04

Ha sgozzato il padre nel sonno. Gli ha tagliato la gola e ha continuato ad affondare il coltello a serramanico nella schiena. Un omicidio che non ha ancora un vero perché. Maurizio Bavaresco, 32 anni, qualche particina per il grande schermo, (era uno degli infermieri in Grande grosso e Verdone e comparsa nella fiction Provaci ancora Prof.) alla polizia ha detto che era «posseduto». Avrebbe ucciso il padre Dario, 66 anni, tassista in pensione, in preda a fantasmi che si agitavano nella sua mente. Il giovane da tempo soffre di disturbi psichici, e sembra che negli ultimi tempi avesse deciso di andare in terapia. Sul suo diario Facebook postava frasi così : «Il mondo ce l'ha con me» oppure «ho provato ad essere normale, mi arrendo».

LE PUGNALATE
Sono da poco passate le 17, Maurizio si aggira su via Crescenzio sporco di sangue, vede una volante e la ferma. E' in stato confusionale, ai poliziotti dice che il padre sta male, ha bisogno di aiuto «ho fatto una cazzata». I poliziotti lo seguono fino al quinto piano dell'appartamento di via Vitelleschi, a due passi da piazza Adriana, dove Maurizio vive insieme ai genitori. Nella camera da letto c'è il corpo di Dario, accanto al letto un mucchio di bende e stracci insanguinati. Gli agenti del commissariato Borgo non escludono che l'uomo dopo avere ferito a morte il padre abbia cercato di tamponare il sangue nel disperato tentativo di fermare l'emorragia.

IL MOVENTE
Gli inquirenti stanno cercando di scoprire cosa sia accaduto davvero tra padre e figlio prima dell'omicidio. Ieri pomeriggio Maurizio e Dario erano da soli in casa, la madre era uscita. I vicini dicono di non avere sentito urla o rumori provenire dall'interno dell'appartamento dove viveva quella famiglia che tutti definiscono «per bene». «Li conoscevo da tre anni », racconta Rajal, il bengalese che gestisce il minimarket accanto.

«Maurizio veniva ogni tanto nel mio negozio ed era sempre in compagnia del padre. E' un ragazzo simpatico, a volte scherzava con il mio socio, Kamal, faceva delle battute. Lui e il padre compravano gelati, biscotti e Coca- cola. L'ultima lattina gliel'ho venduta ieri. Ad essere sincero sembrava un po' strano, si capiva che aveva problemi di testa, non era proprio normale. Però non sembrava una persona violenta».

Maurizio esce dal portone accompagnato dagli agenti, ha lo sguardo perso nel vuoto, lancia un'occhiata solo al suo cane, un bastardino che i poliziotti hanno portato con loro per non lasciarlo in casa da solo a vagare sulla scena del delitto. Il giovane è stato ascoltato fino all'alba, per lui sarà disposta la perizia psichiatrica.

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