Roma, tre anni al piromane dell'Aurelio. Ma è già a casa

Roma, tre anni al piromane dell'Aurelio. Ma è già a casa
di Adelaide Pierucci
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Domenica 15 Gennaio 2017, 12:31
Si infilava sulla sua Fiat Cinquecento rossa con un accendino e il telefonino in tasca. Poi si appostava in strada per scegliere le auto che intendeva bruciare. Niente taniche di alcol o benzina per appiccare il fuoco ai fascioni delle autovetture prescelte e alle guarnizioni dei lunotti. Il piromane dell'Aurelio, per godersi meglio l'imminente fiammata, si accucciava con pazienza vicino alle auto e poi apriva l'accendino finché l'incendio non si sviluppava. Ieri, è arrivato scortato dalla polizia penitenziaria a piazzale Clodio, per rispondere dell'incendio doloso di trenta auto e qualche ciclomotore, e ne è uscito con la condanna a due anni e otto mesi di reclusione e il beneficio degli arresti domiciliari.

Sebastiano G., 51 anni, di professione dog sitter, non ha mai spiegato il motivo di quei colpi seriali. Anzi ha rifiutato gli interrogatori e solo in una occasione si è sfogato: «Ci sarà stato uno scambio di persona». Fedina penale immacolata e sempre in bilico con la depressione era stato arrestato nell'ottobre di due anni fa in via Giorgeri. Da un mese gli agenti del commissariato Aurelio cercavano un uomo calvo alla guida di una Cinquecento rossa segnalato come un sospetto piromane dopo l'ennesimo colpo in via Stampini.

osì dopo averlo notato, hanno controllato a distanza i suoi movimenti. Il cinquantenne è sceso dall'auto e dopo essersi guardato intorno, si è accovacciato dietro una macchina parcheggiata. A quel punto ha preso l'accendino dalla tasca e ha dato fuoco al fascione in resina di un'auto. Tutto sotto gli occhi degli agenti che a quel punto sono subito intervenuti per bloccarlo e spegnere le fiamme. Un arresto in flagranza di reato che era costato al piromane la condanna a un anno e mezzo di carcere.

I TABULATI
Le indagini, che hanno portato alla nuova condanna, sono partite proprio con l'arresto. Gli investigatori hanno rispolverato i dati delle trenta auto incendiate negi ultimi mesi nella zona tra Valle Aurelia e Baldo degli Ubaldi e hanno notato che in venticinque casi su trenta lo smartphone del sospettato agganciava le celle telefoniche dell'area in cui erano stati registrati i roghi. Date alle fiamme utilitarie, jeep, furgoni e anche un taxi. I vigili del fuoco hanno dovuto fare almeno una decina di interventi per spegnere i veicoli e soprattutto evitare che l'incendio si propagasse alle facciate di palazzi, ai cassonetti o ad altri mezzi parcheggiati. Per il piromane allora era scattato un ordine di cattura firmato lo scorso aprile dal gip Donatella Pavone su richiesta del pm Maria Bice Barborini.

«Le modalità degli incendi sempre le medesime (le fiamme partono sempre dai fascioni o dai lunotti) - ha scritto il gip - la presenza nei relativi luoghi della vettura dell'indagato, l'arresto in flagranza e l'esito dei tabulati telefonici sono tutti elementi che integrano la gravità indiziaria». Le strade più più colpite via Baldo degli Ubaldi, via Gandino, via di Valle Aurelia. Le auto finite nel piromane, invece, sempre diverse. Nell'elenco una Grand Cherokee, una Classe A, una Chevrolet Cruze, una Lancia Y, un Ford Transit, un Fiat Ducato, una Fiat Seicento e una Fiat Sedici, una Opel Agila, un Fiat Doblò, una Opel Meriva, una Yaris, una Astra e una Meriva. Ed altre ancora. Nessun doppione sui modelli da sterminare.
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