Roma, il restauro cambia i colori delle chiese gemelle

Roma, il restauro cambia i colori delle chiese gemelle
di Laura Larcan
3 Minuti di Lettura
Martedì 31 Ottobre 2017, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 09:34

Si fa presto a dire chiese gemelle quando le cupole diventano una color grigio-crema e l'altra azzurra carta da zucchero. Insomma, verrebbe da dire gemelle eterozigoti nel colore. Lo strano spettacolo, sollevato ieri dall'agenzia Dire, arriva da piazza del Popolo, dalle due famose chiese barocche speculari che segnano l'ingresso al Tridente. Le ragioni stanno tutte nel restauro delle calotte. I ponteggi che incartavano fino a un mese e mezzo fa la cupola della chiesa di destra, Santa Maria dei Miracoli del 1679, sono stati smontati, ed ecco svelata agli osservatori più attenti, la nuova nuance azzurra (232.500 euro per due anni di lavoro). Un colore che sembra contrastare con la vicina Santa Maria in Montesanto, meglio nota come la basilica degli Artisti, che vanta l'estro del Bernini nella firma della sua cupola.

Proprio quest'ultima era stata al centro nel 2014 di un complesso intervento di risanamento interno tra stucchi, affreschi, lesioni e infiltrazioni d'acqua (soprattutto nella sagrestia) curati con 491mila euro di cui 300mila trovati grazie alla sponsorizzazione della società veneziana Fondaco in sinergia con Bonduelle Italia. Tre anni fa la cupola del Bernini ne usciva color grigio-crema. Che succede allora? Le risposte devono arrivare dai protagonisti della vicenda. I lavori spettano al Vicariato con il suo Ufficio beni culturali e alla ditta esecutrice (Dromos restauri srl.). ma anche alla Soprintendenza speciale unica di Roma che ha l'alta sorveglianza dei lavori. Imbarazzo? Dal Vicariato fanno sapere in serata che «tutti i lavori eseguiti, compresa la scelta dei colori per la cupola esterna, sono stati approvati sempre dalla Soprintendenza. Secondo la procedura, il soprintendente, nella figura del suo funzionario incaricato, ha determinato il colore e le modalità d'intervento». E precisano che «sia a Santa Maria dei Miracoli, sia tre anni fa a Santa Maria in Montesanto, l'architetto di riferimento del Vicariato dell'ufficio tecnico ha interagito sempre con la Soprintendenza per farsi approvare il dettaglio degli interventi, compresi i colori». Possibile che il funzionario della Soprintendenza abbia approvato ora un colore diverso da quello permesso tre anni fa?

CHI DECIDE?
«Chi decide il colore non è stato mai il sacerdote, rettore o Vicariato, ma la Soprintendenza». Di contro la Soprintendenza dice che «Il nuovo restauro sulla chiesa di Santa Maria dei Miracoli sotto la sua sorveglianza ripristina il colore delle formelle di ardesia che nel 700 l'architetto Carlo Fontana pose sul tetto di entrambe le chiese. L'intervento fatto invece alcuni anni fa sull'altra chiesa gemella, è provvisorio, e per la ristrettezza dei fondi è stato funzionale solamente a mettere in sicurezza il tetto dell'edificio da possibili infiltrazioni». Cioè, il lavoro nella basilica degli Artisti non avrebbe recuperato il colore originale (per scarsi fondi) e avrebbe solo sistemato la calotta con un protettivo. Ed ora? La Soprintendenza (che «al momento non ha fondi per poter intervenire») auspica un nuovo lavoro che restituisca alla cupola degli Artisti il colore rimandato. Dal Vicariato riflettono che «Difficile immaginare un lavoro su una cupola restaurata solo 3 anni fa, anche perché ci sono problemi più urgenti da risolvere. Ben vengano donazioni». La soluzione più ovvia? Il caso si risolverà col tempo. Da solo. Con l'atmosfera.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA