Roma, da Tor Bella Monaca a San Basilio: ecco la mappa dei clan criminali

Roma, da Tor Bella Monaca a San Basilio: ecco la mappa dei clan criminali
di Fabio Rossi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 13 Novembre 2017, 07:41
A Roma i reati diminuiscono, ma la percezione di insicurezza cresce a causa del degrado sempre più diffuso nella Capitale. E interi quartieri periferici - da Tor Bella Monaca a San Basilio - restano in mano a organizzazioni criminali che si occupano dello spaccio della droga, ma anche del racket delle occupazioni abusive, con un allarme sociale tra i cittadini che arriva anche dai fenomeni dei furti e dei roghi tossici. I gruppi di criminali si dividono il territorio, a volte con organizzazioni molto rigide, gestendo tutte le attività tipiche della malavita. Il lavoro della commissione parlamentare d'inchiesta sullo stato della sicurezza e del disagio della città italiane e delle loro periferie, che si concluderà a breve, offre un ritratto in chiaroscuro nella Città eterna, soprattutto nelle aree più lontane dal centro storico.

IL DEGRADO
La commissione, nelle audizioni svolte quest'anno, ha sentito tra gli altri il capo della polizia (ed ex prefetto di Roma) Franco Gabrielli e il procuratore capo Giuseppe Pignatone. Gabrielli ha sottolineato il calo dei reati «sia quelli di maggior allarme sociale che quelli predatori» a partire dal 2015, con una riduzione del 15 per cento lo scorso anno, dovuta anche al «capillare dispositivo di controllo del territorio attuato durante l'Anno Santo», ma che appare parte di una «tendenza strutturale» di miglioramento. «Questi risultati non cancellano il differenziale che permane tra il livello della sicurezza rilevata e quella percepita nella Capitale», ha spiegato Gabrielli, attribuendo questa situazione «alla sensazione di insicurezza e indifferenza delle regole, suscitata dalle situazioni di degrado e di disagio» esistenti in diversi quartieri romani, come San Basilio o Tor Sapienza. Nel caso di Tor Bella Monaca, in particolare, il capo della polizia ha rilevato che «il basso livello dei servizi e delle infrastrutture pubbliche si associa a un'alta concentrazione di pregiudicati appartenenti a famiglie storiche della criminalità romana», in particolare nell'area delle Torri. «È significativo che nel quartiere sono circa 300 i residenti destinatari di misure di prevenzione o di sicurezza», ha detto ancora Gabrielli.

GLI STUPEFACENTI
L'attività criminale più diffusa e radicata resta lo spaccio di droga, su cui si è soffermato il procuratore Pignatone nella sua audizione. «A seguito delle modifiche normative degli ultimi due o tre anni», ha ricordato il capo della Procura di piazzale Clodio alla commissione parlamentare - l'intervento da parte delle forze dell'ordine non si traduce normalmente in misure cautelari». Anche quando gli arresti in flagranza, normalmente per piccole quantità sono convalidati, «solo in circa un terzo dei casi sboccano in adozione di misure cautelari, che possono essere la detenzione in carcere o gli arresti domiciliari - ha spiegato Pignatone - Per gli stranieri c'è una percentuale abbastanza significativa, di un 20 per cento circa». Lo spaccio di droga è gestito in modo rigido: «Le violazioni della ripartizione del territorio per competenza tra i vari gruppi generano anche conflitti estremamente violenti - ha sottolineato in audizione il procuratore aggiunto Michele Prestipino - A Tor Bella Monaca abbiamo avuto negli ultimi tre anni decine tra omicidi, tentati omicidi, lesioni e aggressioni». Lì agiscono soprattutto persone «che appartengono o hanno contatti con i gruppi di 'ndrangheta e con i gruppi di casalesi, i quali trattano partite di sostanza stupefacente e approvvigionano questi gruppi che gestiscono le diverse piazze di spaccio che caratterizzano questo quartiere».