Parte lesa della vicenda, anche uno degli avvocati di Pecoraro Scanio, Paola Balducci, che dal settembre 2014 è membro laico del Csm e che avrebbe ricevuto molti dei messaggi diffamatori nei confronti del politico. I fatti contestati a dibattimento dal pubblico ministero Gianluca Mazzei vanno dal febbraio del 2009 all'aprile del 2012. Nello stesso anno, la donna era stata condannata a due mesi di reclusione per molestie, sempre per la stessa vicenda. Dall'aprile 2008 fino al maggio 2009, aveva infatti tormentato Pecoraro Scanio centinaia di volte al telefono, intasando persino la sua casella di posta elettronica. L'imputata gli aveva inviato una valanga di messaggi pretendendo di essere aiutata economicamente. Un pomeriggio lo aveva anche braccato davanti alla sede del partito, in via Salandra.
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