Roma, fra pc, gioielli e smartphone: in viale della Moschea il suk degli oggetti rubati

Roma, fra pc, gioielli e smartphone: in viale della Moschea il suk degli oggetti rubati
di Elena Panarella
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Lunedì 24 Luglio 2017, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 20:07

La scena si ripete da tempo ormai. I primi gruppi arrivano la mattina presto con i loro banchetti stracolmi di alimenti. Trovano posto vicino al cancello d'ingresso principale della Moschea di Roma e iniziano a lavorare. Ma non ci sono soltanto loro, cittadini per lo più provenienti dal nord Africa. Da tempo al loro fianco sono arrivati anche i rom che vendono, sfruttando metri e metri di marciapiedi, prodotti trafugati dai cassonetti o comunque di dubbia provenienza: computer, telefonini, smartphone, macchine fotografiche e ancora oggetti che è difficile pensare possano esser stati recuperati tra i rifiuti - come i gioielli - e che invece si presume siano stati rubati (secondo le forze dell'ordine). Sono queste le due anime del grande mercatino abusivo di viale della Moschea (pochi passi dai Parioli) che apre i battenti ogni venerdì, nel giorno di preghiera. Da anni il suk è divenuto una costante del quartiere. Non solo, si è anche allargato.
 

 

GLI ESPOSTI
Eppure nel tempo sono state tante le denunce presentate, persino in Procura. Già tre anni fa si ipotizzava: omissione in atti d'ufficio, perché su quei banchi, a due passi dal centro islamico, i cibi rischiano di essere contaminati e la pubblica sicurezza viene messa a repentaglio. Ma gli uffici competenti restano immobili. Intanto su tavolini da picnic improvvisati, cassette di plastica o banchetti si trova di tutto: pane, succhi di frutta, latte in bottiglia, Kebab, insalata, formaggio. Alcuni arrivano con le auto da cui scaricano decine di cibi. «Alla fine della giornata ci sono solo rifiuti sbottano alcuni residenti spesso vengono gettati negli spazi verdi a ridosso della zona».

Lo scorso anno i cittadini inviarono preventivamente una lettera alle forze dell'ordine per chiedere controlli, ma alla luce dei fatti è servito a poco. «Perché nessuno interviene? Perché queste zone non rientrano nel Piano strade sicure?», si sfoga Marta, studentessa. «Oltre alla sicurezza è una questione di igiene». Ma riavvolgiamo il nastro per ricostruire la vicenda: il primo mercatino (quello più che altro alimentare) rigorosamente abusivo sta li da anni; il secondo si è aggiunto negli ultimi tempi con la merce che invade letteralmente tutto il viale.

E mentre il primo è tollerato, il secondo «è vergognoso» tuonano i residenti. Ma gli abusivi sono abusivi. Tutti. «Da quando hanno chiuso la strada, lato Parioli, per rifare l'asfalto e chiudere le buche aggiungono si sono allargate a dismisura le postazioni dei rom, molti arrivano dal vicino campo. Ma come è possibile che nessuno metta fine a questo scempio?».

I DISAGI
«Quello che appare evidente è che lo stato di abbandono spiega Gabriele Di Bella, storico dirigente sindacale Fiadel e funzionario del Gruppo Parioli ha trasformato questa vasta area in terra di nessuno. E anche quando si interviene il problema non si risolve, ma semplicemente si sposta a poche centinaia di metri e su strade a scorrimento veloce come viale del Foro Italico, creando non pochi problemi». «Il quartiere ne risente molto degli effetti di questa situazione aggiunge Di Bella Una particolare attenzione dovrebbe essere riservata al vicino campo rom del Foro Italico che nel tempo ha subito una serie di trasformazioni sia nello stato dei luoghi che nella popolazione che lo abita».

elena.panarella@ilmessaggero.it

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