Roma ostaggio dei venditori abusivi: affari da 2,5 miliardi, il dossier della Confesercenti

Roma ostaggio dei venditori abusivi: affari da 2,5 miliardi, il dossier della Confesercenti
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 19 Maggio 2016, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 10:11

Roma sotto scacco. Tenuta in mano da un esercito crescente di abusivi che senza discontinuità macinano affari a suon di merce contraffatta. E' un'immagine nitida quella che scatta la Confesercenti sullo stato dell'illegalità relativa al terzo settore che dal centro della Capitale si propaga a raggiera anche nei quartieri residenziali, ai bordi delle stazioni della metro, negli angoli dei mercati rionali. E valgono a poco i controlli e le retate messe in campo dalla polizia locale e dalle autorità. Perché alla fine sono le cifre, il giro d'affari dell'abusivismo e della contraffazione, che misurano la temperatura di quello che pare essere un malato terminale.
 

 

GLI SQUADRONI
Stese su lenzuoli bianchi o allestite su cassette in legno e plastica, che siano borse, portafogli, foulard, orologi e ancora cosmetici e telefonini, le merci contraffatte tengono in pugno il commercio romano grazie agli squadroni di abusivi che soltanto in centro sono arrivati a superare le 8mila unità, con un incremento del 10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. «A Roma - argomenta il presidente della Confesercenti, Valter Giammaria - si raggruppa il 35% del mercato illegale di tutta Italia». Tradotto in numeri, la cifra è da capogiro: 2 miliardi 500 milioni di euro. A questo cifra, poi, si deve sommare un altro miliardo di euro raggiunto da dicembre a oggi. Vale a dire dall'inizio del Giubileo. Santini, rosari, immagini sacre riprodotte sulla base dell'oggettistica ufficiale licenziata dal Vaticano con il simbolo dell'Anno Santo misericordioso, invadono i quartieri intorno alla Basilica di San Pietro.

I SETTORI
Il falso tiene banco anche grazie alla capillarità dei prodotti di cui si serve. Il settore della pelletteria con borse, cinture, portafogli taroccati da solo rappresenta il 30% del mercato illegale e frutta annualmente quasi 750 milioni di euro. C'è poi quello dell'abbigliamento con il 35% e un valore, in termini di fatturati illegali, di circa 875 milioni di euro. Nella top-five rientra anche la bigiotteria e gli orologi falsi che valgono il 15% del mercato e incassano circa 375 milioni di euro. Infine ecco che contraffatte sono anche le creme per il viso o i profumi e ancora gli accessori per pc, o smartphone. Entrambi i settori della cosmetica e dell'elettronica - conteggia ancora la Confesercenti - si spartiscono ricavi per il 20% (500 milioni di euro).

 
LE ZONE

Il Centro continua a essere il palcoscenico ideale di questo mercato che non conosce crisi. Tuttavia, nella road-map romana aumentano i quartieri dove cresce l'illegalità. Da quelli residenziali e borghesi, come Prati e Parioli, dove gli abusivi si nascondono tra i mercati rionali, a quelli popolari di Magliana, Tiburtina, Laurentina. In questo caso la contraffazione segue i passi dei pendolari del trasporto pubblico. Habitat ideale per chi è in cerca di affari sono le stazioni della metro, ponte Mammolo o Eur Fermi solo per citarne due. Ma non finisce qui. «Il sistema - prosegue il numero uno della Confesercenti - si è sviluppato anche oltre i tradizionali canali di vendita. Abbiamo costatato la presenza di venditori illegali di merce contraffatta anche dentro gli uffici pubblici, impiegati che al mattino al fianco della valigetta portano un carrellino con prodotti da propinare ai colleghi e sono contrabbandieri italiani». Tutto questo ha contribuito al declino non soltanto dell'immagine di Roma ma anche del tessuto commerciale legale: mille le attività regolari che hanno chiusi solo nei primi quattro mesi del 2016, mentre circa 3mila sono i posti di lavoro andati in fumo. La Confesercenti preme perché la prossima amministrazione del Campidoglio provveda a prendere dei provvedimenti: «A partire dalla presa di coscienza - conclude Giammaria - di un problema non più rinviabile, bisogna aumentare i controlli e i ripristinare la figura dei vigili annonari, quegli agenti cioè che avevano il solo compito di verificare, fermare e sanzionare la presenza degli abusivi».
 

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