La Occhionero, arrestata il 9 gennaio dello scorso anno, ha trascorso otto mesi in carcere.
Rispondendo alle domande dei suoi avvocati ha ribadito di «non avere competenze e conoscenze in campo informatico e, in particolare, di non aver spiato la posta elettronica riconducibile a siti istituzionali e a personaggi della pubblica amministrazione». Nei server riconducibili agli Occhionero, gli inquirenti hanno trovato milioni di indirizzi mail. L'imputata ha aggiunto che sulla cifra «si è tanto speculato. Queste mail si riferiscono a 15 anni di attività della mia società e al lavoro di 20 dipendenti, basta fare un piccolo calcolo matematico per arrivare a dieci mail al giorno ricevute o partite dall'indirizzo di posta di ciascuno. Una cifra direi piuttosto irrisoria». Domani, verrà ascoltato il fratello Giulio.
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