Roma Nord ostaggio della frana sulla Cassia: guerra tra Comune e privati

Il new jersey che blocca l'accesso alla strada
di Michele Galvani
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Sabato 15 Febbraio 2014, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 09:30
Sono passate due settimane. E la frana sta ancora l. In mezzo alla strada. Cos Roma Nord, soprattutto al mattino, va in tilt. Il traffico impazzisce, i residenti non ne possono più e chi transita da quelle parti accende un cero sperando di cavarsela soltanto con «un’ora» prima di uscire dall’imbuto. È ormai un caso il crollo di via Cassia (angolo via Pareto), la piccola ma fondamentale strada che collega piazza dei Giuochi Delfici a via Cortina d’Ampezzo. La grande alluvione che ha messo in ginocchio la città ha creato lo smottamento della scarpata laterale e l’ufficio tecnico del Municipio è intervenuto transennando e chiudendo il tratto interessato, limitandolo con i new jersey. Nessuno però, capisce il motivo per cui non siano già partiti i lavori. Tutto fermo.





LA DISPUTA

La questione appare complessa: la parete crollata è di tre proprietari diversi, tra cui l’ambasciata del Senegal. Con una raccomandata, il 7 febbraio il Municipio VX ha inviato una lettera ai privati che recita: «Codeste ditte sono diffidate a porre in essere con carattere di immediatezza e sulla base di idoneo progetto esecutivo redatto da un tecnico abilitato e iscritto ad Albo, tutte le opere necessarie alla eliminazione dell’attuale stato di pericolo ed al ripristino delle condizioni di sicurezza sia a breve che a lungo termine». E poi l’affondo: «Si precisa che ogni responsabilità civile e penale in caso di non ottemperanza e ad esclusivo carico di codeste ditte, e che comunque in caso di inerzia per ulteriori cinque giorni dalla data della presente, si procederà, senza indugio, di ufficio in danno, con tutti gli aggravanti di spesa». La lettera è stata inviata anche al gabinetto del sindaco, per uno specifico provvedimento sindacale. Dunque, il terreno è privato. Spese e lavori spettano ai proprietari del terreno.





L’INTERVENTO

Nonostante ciò, il Municipio è pronto a intervenire. «Entro fine mese potremmo iniziare i lavori – spiega Elisa Paris, assessore ai lavori pubblici e mobilità urbana del XV – e forse, se tutto andrà bene, dopo un mese si potrebbe riaprire almeno un senso di marcia. Tranne che si aggravi la situazione». «Non è sufficiente togliere la frana – sottolinea il presidente del Municipio Daniele Torquati – lì si rischiano continui smottamenti. Capisco le difficoltà di chi viene dalla Flaminia o da Prima Porta, ma dovremo fare tre mesi di lavori, per una spesa di circa 300mila euro».



LA POLEMICA

Ma all’orizzonte potrebbe esserci una causa. «Sembra che uno dei tre proprietari farà storie – prosegue la Paris – per cui l’opera di ripristino sarà lunga e complessa». Secondo la tempistica tecnica, oggi scadono i termini per l’approvazione dell’intervento: urge un sopralluogo nei terreni dei privati, il cui ingresso è su via della Camilluccia. «Abbiamo chiesto al sindaco di emettere un'ordinanza per accedere alle aree dei privati in modo da poter accelerare l'intero iter», dicono Paris e Torquati. «Tutto può essere risolto in 15 giorni lavorativi. Abbiamo realizzato un piano di intervento ad hoc e chiediamo all'assessore Masini un incontro per illustrargli il progetto con il quale, in tempi di record, è possibile far fronte, almeno parzialmente, a questa emergenza, mettendo in sicurezza l'area e ristabilendo la circolazione», replicano la presidente di AssoCommercio Roma Nord, Giovanna Marchese, e Stefano Erbaggi, vicepresidente del Consiglio del Municipio XV. «Con il supporto del professor Liborio Rivera, vicepresidente dell'Ordine dei Geologi - chiariscono i due - è stata elaborata una proposta di intervento finalizzata al ripristino di un senso di marcia».
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