Roma, neonato muore all'Umberto I: sette denunce. I genitori: neanche il tempo di abbracciarlo

Roma, neonato muore all'Umberto I: sette denunce. I genitori: neanche il tempo di abbracciarlo
di Adelaide Pierucci
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Martedì 13 Settembre 2016, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 14:59

La gioia di sentirsi dire che era nato un maschietto. Il primo vagito, poi il silenzio. Solo la corsa per rianimarlo nel reparto di terapia intensiva neonatale. E' durata tredici ore la vita di un bimbo nato giovedì al Policlinico Umberto I. Il giorno dopo ogni speranza si è spenta. E per i genitori, una coppia di trentenni romani, è cominciato l'incubo. Non hanno avuto nemmeno il tempo di abbracciare il loro piccolo, di carezzarlo. Sul caso ora in procura è stato aperto un fascicolo, al momento senza indagati, con l'ipotesi di reato di omicidio colposo.

IL FASCICOLO
Il padre non ha avuto dubbi: appresa la notizia ha presentato subito una dettagliata denuncia contro la struttura sanitaria, ipotizzando una serie di ritardi. Il più grave, secondo lui, il ritardo con il quale sarebbe stato deciso di intervenire con il parto cesareo. Così già nella giornata di venerdì 10 settembre, il giorno del decesso del piccolo, il sostituto procuratore di turno Maria Gabriella Fazi ha disposto l'apertura di un fascicolo. Un atto dovuto, come in altri casi analoghi. Alla luce degli accertamenti, la natura del decesso potrebbe rivelarsi anche una morte bianca in culla. Il bimbo, venuto alla luce alla trentasettesima settimana, nonostante la sofferenza mostrata durante la nascita sembrava all'apparenza sano. «Vogliamo sapere cosa è successo durante il parto - hanno denunciato i genitori - Vogliamo capire perché non potremo crescere nostro figlio». Gli accertamenti giudiziari sono stati subito attivati.

Il magistrato, ieri, ha incaricato il medico legale Fabio De Giorgio, docente dell'istituto di medicina dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, di accertare le cause della morte del neonato. Ma i risultati potrebbero tardare. Dai primi accertamenti non sembra che siano emersi gravi patologie del piccolo. E quindi per approfondire l'esame autoptico, bisognerà attendere i risultati dei prelievi istologici e leggere la cartella clinica della madre.

IL SEQUESTRO
La procura ha disposto il sequestro della documentazione riguardante la paziente per ricostruirne gli ultimi giorni di gravidanza, a partire dal ricovero, in particolare gli ultimi monitoraggi cardiotocografici fetali eseguiti nello stesso ospedale. Saranno acquisite inoltre anche le certificazioni mediche eseguite dalla gestante durante l'intero periodo di attesa. La documentazione al completo poi sarà messa a disposizione del medico legale per far luce sul caso.

Ad agosto una tragedia analoga. Un neonato è morto a pocheore dalla nascita, dopo un parto cesareo eseguito all'ospedale Villa San Pietro. Era un gemello. Il fratellino ce l'ha fatta, lui no. Anche in questo caso i genitori, una giovane coppia di nazionalità romena, hanno denunciato e la procura come atto dovuto ha avviato le indagini. Per accertare eventuali responsabilità il sostituto procuratore Attilio Pisani aveva sequestrato la placenta, la cartella clinica e disposto l'autopsia sul feto.

Un esame clinico affidato al professore Antonio Oliva, sempre del policlinico Gemelli. Negli ultimi due monitoraggi cardiaci dei feti era stato rilevato il rallentamento del battito di uno dei piccoli. Un segnale, secondo i genitori, sottovalutato.

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