Roma, la maxi-truffa degli Ncc fantasma: centomila multe mai riscosse

Roma, la maxi-truffa degli Ncc fantasma: centomila multe mai riscosse
di Ilario Filippone
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Domenica 12 Marzo 2017, 10:02 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 10:30
In dodici mesi un'auto immatricolata a Bergamo ha collezionato 1684 multe per ingressi abusivi nella Ztl capitolina, ma l'intestatario, un Ncc, è irrintracciabile. Il postino non ha trovato la sede della società, così tutte le raccomandate sono state rispedite al mittente. Nel 2016, stando agli ultimi accertamenti della polizia municipale, sono più di centomila (per l'esattezza 100.681) le multe che il Comune di Roma ha tentato di notificare agli Ncc invano. Sanzioni spedite per raccomandata a un esercito di trasgressori residenti altrove, ma che puntualmente ritornano al mittente, per un mancato introito stimato di circa 8 milioni di euro. Un bel gruzzoletto che viene meno alle casse del Campidoglio non certo floride.

IL MECCANISMO
Il motivo per cui non si riesce a notificare le multe è sempre lo stesso: «Il destinatario è sconosciuto o non si trova». Il 25 per cento dei verbali, secondo le verifiche dei vigili urbani di via della Consolazione, riguarderebbe società che, almeno sulla carta, noleggiano auto con a bordo il conducente. Ditte con sedi nel Frusinate, in Toscana, nelle Marche, in Campania e in Calabria. Un labirinto di sigle commerciali, con licenze sospette rilasciate da piccoli Comuni, molti dei quali del profondo meridione. Non hanno una sede, né un garage. Ditte fantasma. Ottengono l'autorizzazione, non si sa come, e scappano via. Destinazione, Roma. Al centro dei controlli incrociati dei vigili urbani sono finite decine e decine di auto intestate a società di Ncc. Vetture pescate dall'occhio vigile della telecamera. I dati che emergono dagli accertamenti sono desolanti: nel 2016, sono state ben 24.474 le multe che non si è riusciti a notificare ai noleggiatori fuori sede, per un importo che sfiora il tetto dei 2 milioni di euro. «Delle due l'una esordisce una fonte bene informata o gli indirizzi sono errati o i postini sono complici. Le licenze sono state rilasciate da piccoli Comuni, luoghi in cui si conoscono un po' tutti».

IL VICECOMANDANTE
Coordinati dal vicecomandante Antonio Di Maggio gli agenti della polizia municipale indagano per sbrogliare la matassa e recuperare le somme. Lo scorso anno, una vettura immatricolata a Firenze ha accumulato più di 800 multe. Un'altra immatricolata in provincia di Roma 1200. Un'altra ancora 988. «Questi dati non mi sorprendono - spiega Riccardo Cacchione, di Usb taxi - Un mese fa abbiamo segnalato all'assessore alla Mobilità una situazione che rasenta il paradosso. Cinque Ncc parcheggiano nella rimessa di un supermercato nei pressi del Vaticano, nonostante le licenze siano state rilasciate da Comuni situati in tre province diverse, Catanzaro, Perugia e Macerata. Normativa vuole che l'autorimessa sorga nel territorio dell'ente che ha rilasciato l'autorizzazione».

LA NORMATIVA
Del resto, le sentenze del Tar parlano chiaro. Il noleggiatore, al termine del servizio, è tenuto a rientrare nell'autorimessa ubicata sul territorio del Comune che gli ha rilasciato l'autorizzazione. Ne dà conto anche il tribunale amministrativo del Lazio, secondo cui la dimensione locale del servizio deve comunque essere preservata. Il documento risale al 2015. Lo scorso febbraio, invece, gli agenti della Municipale hanno denunciato per truffa un uomo e una donna. La vettura della coppia è stata pescata in una zona a traffico limitato, ma il conducente ha presentato ricorso, affermando di essersi trovato in centro per accompagnare il figlio disabile.

In realtà, a dire dei caschi bianchi, marito e moglie svolgevano l'attività di Ncc con una licenza fasulla rilasciata a Sora. Erano soliti entrare e uscire dai varchi, ma sono stati filmati e multati. Sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori, sono finite in tutto 39 targhe, una giungla di numeri e sigle societarie. Quando il postino si è presentato ai loro indirizzi, non ha trovato neanche un garage. Né una sede, né un'autorimessa, invisibili. Gli intestatari delle vetture, è il sospetto che serpeggia negli uffici del Comando, avrebbero messo in piedi una gigantesca truffa.

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