Roma, a Natale hotel semivuoti: il degrado frena la Capitale

Roma, a Natale hotel semivuoti: il degrado frena la Capitale
di Mauro Evangelisti
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Sabato 9 Dicembre 2017, 07:55
Natale con l'assedio della spazzatura, ma senza il boom dei turisti. La sintesi, certo brutale, potrebbe essere questa. Stando ai dati delle prenotazioni, Roma per queste festività a cavallo del 25 dicembre fa registrare una sostanziale stagnazione e una percentuale di occupazione delle stanze degli hotel non altisonante, attorno al 60 per cento.
Va leggermente meglio a Capodanno, ma solo perché dal resto d'Italia spesso si sceglie la Capitale per trascorrere l'ultima notte dell'anno (Concertone o non Concertone). Restano però dati deludenti: già l'intero 2016 si chiuse con un poco entusiasmante più 3 per cento, ma anche quest'anno dovrebbe attestarsi su un incremento di arrivi molto basso (meno della media mondiale ed europea), con un malinconico di Natale. Spiega Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma: «Per queste festività possiamo calcolare un incremento rispetto allo stesso periodo del 2016, di una percentuale che oscilla tra l'1 e il 2 per cento, praticamente nulla. E parliamo sempre di un turismo che comunque si ferma per pochissimi giorni, 2 o 3, e che in media spende poco».

DELUSIONE
Altri numeri: considerando anche l'extralberghiero, a Roma per Natale si può prevedere la presenza giornaliera di 100 mila turisti; l'anno si chiuderà con 14 milioni di arrivi circa, una cifra molto simile a quella del 2017 quando si superò quota 13,9. Cosa sta succedendo? Perché c'è questa frenata? In parte, la diffusione dell'abusivismo nel settore droga i risultati oltre a danneggiare l'economia regolare.

REPUTAZIONE
L'allerta terrorismo, che interessa l'Europa, in realtà incide relativamente. Secondo Roscioli la paura di attentati riduce gli arrivi dall'Asia, dove magari si rinuncia al tour in Europa e dunque anche a Roma, ma paradossalmente favorisce Roma rispetto ai turisti europei più informati perché è una delle poche grandi città per ora non toccate dagli attacchi. Allora bisogna guardare anche ad altro: Roma è una meta che tra strade sporche, assalto dei tassisti abusivi negli aeroporti e nelle stazioni, piccole truffe ai danni degli stranieri, borseggi sulla metropolitana, sta costruendo una reputazione poco lusinghiera solo in parte bilanciata dal suo patrimonio storico e monumentale. I servizi giornalistici dei media internazionali raccontano una Roma poco scintillante: ad esempio qualche mese fa la Bbc fece un servizio che cominciava con un primo piano dei rifiuti non raccolti a Campo de' Fiori e proseguiva raccontando il paradosso dei treni che portavano la spazzatura romana in Austria; sempre mesi fa, il tabloid inglese Daily Mail sparò un titolo non proprio sobrio: «A Roma i cinghiali stanno invadendo le strade disseminate di spazzatura e sono accusati della morte di un uomo mentre la città lotta per risolvere i suoi problemi della raccolta dei rifiuti». El Pais, quotidiano spagnolo, quest'estate ha parlato di Roma con un servizio intitolato «dodici mesi in caduta libera» e una foto corredata da una didascalia di questo tipo: «Un uomo legge un libro circondato dalla spazzatura nel centro di Roma». Bene, ma non benissimo. Ma più dei media tradizionali, contano i social, perché la rete è piena di foto e testimonianze di turisti che raccontano la loro esperienza a Roma tra spazzatura e borseggiatori. A volte esagerando, sia chiaro, perché non è che le altre capitali siano il paradiso, però c'è un serio problema di reputazione da ricostruire. «I nostri clienti spesso ci rimproverano per come trovano Roma» spiegano gli operatori del settore: «A tutto questo si aggiungono problemi cronici della città: siamo carenti sul fronte delle presenze per congressi ed eventi fieristici; chi viene nella Capitale si ferma pochi giorni e spesso non torna». Tutti questi elementi, messi insieme, spiegano perché a Roma, anche questo Natale, ci sono sì molti turisti, ma con un incremento quasi impercettibile e comunque minore di quello del sistema turismo mondiale.
 
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