Un episodio violento, però, che non sarebbe stato nemmeno menzionato nella controquerela, fatta tre mesi dopo l'evento dall'avvocato, che aveva invece denunciato la donna per ingiurie e violenza privata, sostenendo, in maniera del tutto contraria, di essere stato insultato dalla vigilessa, che si era recata nel suo studio a Prati per la notifica della contravvenzione nell'esercizio delle sue funzioni. Secondo la versione del legale, infatti, sarebbe stata la donna ad entrare nel suo ufficio in maniera irruente per riprendere il pacco con la multa non firmato e non riuscendoci lo avrebbe apostrofato in malo modo: «Questo è pazzo! Ricoverate questo avvocaticchio in manicomio. Fategli una puntura!».
Ha provato insomma a ribaltare la situazione. Ma la versione dell'uomo è stata giudicata poco verosimile dal pm, in quanto nella sua querela «ometteva - si legge negli atti - di aver cagionato alla stessa lesioni personali, come certificato dal pronto soccorso dell'Ospedale San Carlo». Una dimenticanza ritenuta fatale dall'accusa, tanto che l'uomo si trova ora sotto processo, per resistenza a pubblico ufficiale e calunnia. Voleva «schivare» una multa, recitando anche la parte della vittima. Invece è riuscito a peggiorare la situazione.