Ad occuparsi degli accertamenti, gli investigatori della polizia stradale del compartimento di Roma. Secondo gli inquirenti, i titolari delle agenzie avrebbero fatto da tramite con i clienti, inconsapevoli della rete di mazzette. Uno dei due è ai domiciliari. L'indagine, ribattezzata “Motor Gate”, è durata circa quattro mesi. I poliziotti della stradale, anche attraverso pedinamenti e intercettazioni, hanno scoperto che, tra giugno e ottobre 2016, in ben 153 casi l'impiegato della motorizzazione avrebbe prodotto false certificazioni permettendo la circolazione veicoli modificati e privi delle autorizzazioni necessarie. Nei documenti, infatti, si faceva riferimento a operazioni di collaudo che, in realtà, non erano mai state effettuate.
Il sessantasettenne, che è in pensione da pochi giorni, inseriva nel sistema informatico dell'ente dei dati “taroccati”. Poi, stampava le carte di circolazione realizzate ad arte e, infine, cancellava l'intera pratica, convinto di non lasciare traccia. Dalle indagini è emerso che gli arrestati avrebbero intascato tra i 500 e i 600 euro per ogni carta di circolazione contraffatta.
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