Roma, muore in moto sulla Colombo. Il padre: «E' caduto per un ostacolo sulla strada»

Roma, muore in moto sulla Colombo. Il padre: «E' caduto per un ostacolo sulla strada»
di Alessia Marani
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Mercoledì 28 Dicembre 2016, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 10:07

Andrea, il papà di Luca Miozzi, 17 anni, vuole la verità. Vuole capire che cosa ha causato la morte del figlio. Perché lui, Luca lo ha visto «perdere improvvisamente il controllo della moto, non riuscire più a dominarla, nonostante fosse un bravo centauro» e quella maledetta strada, la via Cristoforo Colombo, «la conoscesse bene». Ieri con mamma Rita, nella loro casa di Grotta Perfetta, ha ripercorso quei drammatici attimi e lanciato un appello: «Quella strada deve essere messa in sicurezza. Nessun genitore deve piangere un figlio in questo modo».
 

 

Andrea ricorda quegli attimi?
«Con Luca avevamo approfittato della bella giornata di sole per andare con le nostre moto, lui avanti, io dietro a distanza, a mangiare al Curvone di Ostia. Lo facevamo spesso. Voleva venire anche il fratello più piccolo, per fortuna è rimasto a casa. Al ritorno, sulla Colombo, avevamo da poco passato il semaforo all'altezza della rivendita Priolo. Luca sempre avanti, io a una ventina di metri. Dietro di me c'era anche un altro centauro, un signore che ha visto l'incidente e si è fermato per aiutarmi a chiamare i soccorsi».

Che cosa è successo esattamente?
«Luca era sulla corsia di destra, all'interno della carreggiata, quasi verso il centro. A un certo punto il manubrio ha vibrato vistosamente, come se non riuscisse più a mantenere la ruota anteriore dritta a causa di un ostacolo improvviso. Luca non è riuscito a rallentare e la sua moto ha virato a destra finendo sul lato della strada dove probabilmente è sbalzata per colpa delle radici fuori banchina. Ma dev'esserci stato qualcosa che ha determinato lo sbandamento iniziale: un'altra radice degli alberi che affiorava oppure un sasso. Perché ho visto Luca sbandare senza alcun motivo apparente».

I vigili però hanno escluso potesse essere un masso, hanno verificato che è schizzato via dall'aiuola nello spartitraffico dopo l'impatto con la moto.
«Quel sasso io l'ho visto lì sull'asfalto. Se è davvero così, allora deve essere stata una radice o un dosso, perché Luca non avrebbe potuto perdere il controllo dell'Aprilia in quel modo».

Andava veloce suo figlio?
«Eravamo appena ripartiti da un semaforo rosso, non aveva nemmeno tanta benzina, dovevamo fermarci per fare rifornimento. Non correva, è stato sfortunato perché ha sbattuto il volto, la testa, sull'albero. Io poi ero dietro di lui che lo controllavo. Tanto per dire, era lucido perché neanche un succo di frutta aveva preso al bar, ma solo acqua».

Potrebbe essere stato un guasto alla moto?
«Mi sento di escluderlo perché la moto era seminuova, le gomme perfette. Era del 2010 e l'ho comprata per lui a ottobre. Luca era rimasto senza scooter perché lo aveva prestato a un amico che aveva avuto un incidente. Per un po' era rimasto a piedi, ma poi aveva bisogno di un mezzo per andare a scuola e in palestra. Quell'Aprilia Derby era il suo sogno. A ottobre era stata revisionata e dopo mille chilometri tagliandata. Comunque ora ci saranno le perizie».

Che cosa chiede alle istituzioni?
«Mia moglie Rita e io chiediamo che si faccia luce sulle responsabilità. Perché ci sono troppi incidenti, troppi morti su quella strada che taglia mezza Roma. Nostro figlio faceva la quarta liceo, mi aveva appena detto che voleva iscriversi a Scienze Motorie all'Università, lo sport era la sua passione. La Colombo va messa in sicurezza, nessun altro genitore deve piangere un figlio come noi ora. Non si può fare finta di nulla aspettando il prossimo morto».

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