Roma, raggiro d'amore: militare irretisce anziana e si fa intestare case e 2 milioni. La donna è vedova di un generale dell'Arma

Roma, raggiro d'amore: militare irretisce anziana e si fa intestare case e 2 milioni. La donna è vedova di un generale dell'Arma
di Adelaide Pierucci
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Lunedì 9 Ottobre 2017, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 21:49
A chi l'avvisava che l'uomo in divisa, di cui si era innamorata come un'adolescente, puntava al conto in banca, rispondeva quasi sgarbatamente. Tutta invidia, diceva. E invece, a dispetto dei messaggi d'amore con cuoricini e baci ricompensati con doni per quasi due milioni di euro, il tribunale di Roma ha stabilito che la storia di sesso e coccole tra una settantaseienne romana benestante e un carabiniere scelto in servizio in città, trentacinque anni più giovane di lei, si reggeva solo su un raggiro subdolo. Conclusione, il militare si è ritrovato la fedina penale macchiata dalla condanna a un anno e quattro mesi per circonvenzione di incapace, inflitta col rito abbreviato.

LA DENUNCIA DEI FIGLI
L'amore non è stato considerato disinteressato. In meno di un anno di fidanzamento, il militare era riuscito a sfilare all'anziana la nuda proprietà di un appartamento in via Crescenzio, nel quartiere Prati, una villa in Sicilia pagata in contanti da lei, bonifici per 690.000 euro, una macchina, tre moto da strada e due d'acqua, e vestiti firmati a volontà. Non è bastata la difesa della donna, in aula, davanti al giudice Francesco Patrone, per provare la genuinità del rapporto: «Io sto su facebook e WhattsApp. Avevo bisogno dei suoi baciuzzi. E con i miei soldi, faccio quel che voglio». I figli della donna, invece, di tutt'altro avviso, avevano denunciato il carabiniere e il giudice ha dato loro ragione. E non perché l'anziana innamorata fosse incapace di intendere e di volere. Il perito, lo psicoterapeuta della Sapienza Stefano Ferracudi, si è limitato a riferire, uno stato di fragilità affettivo-emotivo.

«L'abuso della situazione di squilibrio psicologico - ha motivato il giudice nella la condanna - è stata la chiave del rapporto». Il carabiniere, cosciente del fascino che provava per la divisa la signora, vedova di un generale dell'Arma, è riuscito «a capire la situazione e volgerla a proprio indubbio vantaggio». All'uomo è bastato indirizzarle «numerosissimi messaggi telefonici di affetto e di amore promettendo baci e carezze e inviando alla stessa inequivoche emotion dello stesso tenore per legarla a sé e farsi promettere e consegnare rilevantissimi favori economici». Il giudice Patrone li elenca: «Duecentocinquantamila euro per l'acquisto di una villa ad Augusta, la cessione a un prezzo vile (meno di mille euro) di un immobile sempre in Sicilia, almeno altri seicento settecentomila attraverso bonifici bancari e acquisti di oggetti di pregio (tra cui auto e moto), la donazione della nuda proprietà di un appartamento in via Crescenzio, a fronte di contropartite francamente non paragonabili». Eccole. «L'intitolazione della villa alla signora (Villa Fortuna), l'aver ogni tanto ospitato la signora presso la villa, l'invio dei messaggi ricolmi di cuoricini». Il carabiniere blandiva la vittima, insomma, come un innamorato devoto, salvo rendersi irreperibile o peggio irascibile, procurandole uno stato d'ansia, se tardava ad assecondarla. In una occasione, però, l'anziana si era sfogata con un amico che poi ha spifferato tutto al giudice: «E' un bifolco avido, che ho tolto dalla povertà». Ora il tribunale civile dovrà stabilire quanto del maltolto l'innamorato calcolatore dovrà restituire.