Massacrato nella metro a Roma, stazioni senza vigilantes: tagliati 4,5 milioni l'anno `

Massacrato nella metro a Roma, stazioni senza vigilantes: tagliati 4,5 milioni l'anno `
di Alessia Marani
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Mercoledì 21 Settembre 2016, 08:01

I tagli alla sicurezza sulla metropolitana e sui bus di Roma viaggiano al ritmo di 4,5 milioni di euro all'anno. Il piano industriale di Atac per il 2015-2019 è impietoso e prevede una «rivisitazione del perimetro dei costi di vigilanza, con un saving a regime (2016) pari a 4,5 milioni di euro su base annua». Con l'aggressione specifica a «grandi voci di spesa», di cui appunto la vigilanza fa parte, «in ottica di ricomposizione dei fabbisogni e di riduzione dei costi». Tradotto dal burocratese vale a dire, innanzitutto, una rimodulazione (e il taglio) del servizio di guardiania privata. Solo in parte colmato gratis dai militari dell'antiterrorismo.

LE GUARDIE GIURATE
«E così, domenica, mentre Maurizio Di Francescantonio veniva picchiato selvaggiamente sulla banchina della metro B alla fermata di piazza Bologna, in stazione non c'erano vigilantes». La denuncia arriva da Daniele Varin, sindacalista dell'Asa, Assotutela sindacato autonomo, la guardia giurata che nel novembre 2013 sventò il tentativo di rapimento di un bimbo di 8 mesi alla stazione di Ponte Mammolo. Spiega Varin: «Le chiamano pattuglie dinamiche. In pratica non c'è più la vigilanza fissa in ogni stazione ma la security fa la spola da una fermata all'altra. Domenica pomeriggio la pattuglia dinamica era da un'altra parte. Non solo. Una volta c'erano squadre a bordo dei treni che ispezionavano i treni da Tiburtina a Rebibbia, da Tiburtino a Colosseo e da Colosseo a Laurentina, ora non più».
Le guardie giurate da una parte, gli addetti di stazione dall'altra. Stando alla pioggia di fonogrammi indirizzati dalla Rsu all'azienda nell'ultimo anno, il più recente all'indomani dell'incursione dei vandali che hanno danneggiato le biglietterie delle stazioni Lido Centro e Lido Nord della Roma-Lido, la questione interventi per la sicurezza è in cima alla lista alle richieste degli operatori. Che lamentano soprattutto di essere lasciati spesso da soli nelle stazioni a fronteggiare le più disparate richieste degli utenti. I rischi sarebbero soprattutto sul fronte dell'emergenza «antincendio» e dell'«evacuazione per sovraffollamento». Insomma, se un singolo operatore dovesse intervenire per il malore di un utente, chi resterebbe nel gabbiotto? E così: se per azionare il montacarichi per fare salire o scendere un disabile ci vogliono 10 minuti e magari i disabili da aiutare sono più di uno, chi resta in superficie a presidiare la stazione?

TELECAMERE E SOS
Ieri Atac ha voluto chiarire la situazione attuale delle 110 colonnine Sos previste nel sistema Pandora di sicurezza per il Giubileo. Quella installata alla fermata Bologna è ancora avvolta dal cellophane. Domenica era inutilizzabile. «Atac - si legge in una nota - ha già installato 110 colonnine SOS lungo le stazioni della metro A e B. L'iniziativa è parte di un ampio progetto di messa in sicurezza della rete che include la videosorveglianza centralizzata nelle stazioni e nei treni, sistemi di allarme intrusione e telecamere infrarossi nelle gallerie. L'attuazione del piano è stata anticipata dopo l'annuncio del Giubileo Straordinario. Di conseguenza già dal novembre scorso ne sono state attivate 22». Una su quattro. Le colonnine, dotate di doppio pulsante e di occhio elettronico, del tipo usate all'Expo di Milano, andranno collegate alla centrale operativa Atac di Termini a cui sono già collegate circa 3000 telecamere disseminate nei dedali della metro e nei depositi.
L'assessore ai Trasporti, Linda Meleo, però ha già previsto una serie di controlli straordinari. «Le colonnine verranno rese operative entro la fine dell'anno. La sicurezza delle stazioni è una priorità per questa amministrazione». Per la responsabile della Mobilità comunale c'è anche un aspetto culturale: «Sono rimasta colpita dall'indifferenza della gente - commenta - dal fatto che nessuno sia intervenuto in sostegno della vittima mentre veniva pestata. Anche su questo c'è da lavorare».
 
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