Roma, mense per i poveri senza bando, chiesti danni per 9 milioni al Campidoglio

Roma, mense per i poveri senza bando, chiesti danni per 9 milioni al Campidoglio
di Michela Allegri
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Venerdì 27 Ottobre 2017, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 17:31
Mense sociali affidate senza bando, con un danno per le casse del Campidoglio che arriva a 9 milioni di euro. È la cifra che la Corte dei conti chiede a dieci tra dirigenti e funzionari della Ragioneria del Comune e del dipartimento Politiche Sociali. Il viceprocuratore generale Guido Patti li ha citati in giudizio e si dovranno presentare davanti al giudice il 7 novembre. Dovranno convincere i magistrati che l'assenza della gara pubblica non abbia impedito all'Ente di stipulare contratti più vantaggiosi, come invece sospetta chi indaga. Tra loro, Angelo Scozzafava, già condannato a 5 anni di reclusione nel processo Mondo di mezzo. La procura contabile gli contesta un danno di 2,4 milioni di euro. A rischio stangata, anche Maria Letizia Santarelli, della Ragioneria del Campidoglio, che nel 2014 aveva bloccato un giro di tangenti per la gestione dei campi rom, poi finito al centro di un'indagine penale. A lei i pm chiedono più di 4 milioni. Sotto inchiesta anche Gabriella Acerbi, scelta in maggio dalla sindaca Virginia Raggi come vicecapo di Gabinetto vicario. La Corte dei conti le chiede la restituzione di 143.014 euro. A rischio sanzione anche Michela Micheli, dirigente del dipartimento Politiche sociali, Gabriella Saracino e Stefano Cervi. Coinvolti pure Ivana Bigari, Stefano Giulioli e Isabella Cozza. I loro nomi erano spuntati nell'inchiesta sulle tangenti per i campi rom e la Cozza era stata menzionata anche in alcune intercettazioni da Salvatore Buzzi, il ras delle coop condannato a 19 anni nel processo Mondo di mezzo. Citata in giudizio anche Ornella Cherubini, dirigente del V Municipio.

LA SEGNALAZIONE
L'indagine riguarda affidamenti effettuati tra il 2011 e il 2015 ed era scattata dopo una segnalazione dell'Oref. Il Comune ha assegnato alla Comunità Sant'Egidio, al Centro Astalli, all'Esercito della salvezza, all'Opera don Calabria e alla coop Roma Solidarietà la gestione delle mense sociali senza effettuare una gara europea, prevista dal codice degli appalti vigente all'epoca. Il Comune ha pagato 4,11 euro per ogni pasto, un prezzo che non sarebbe scaturito «dalla comparazione delle offerte dei partecipanti a una gara», si legge nell'atto di citazione. L'Amministrazione non avrebbe nemmeno «esplicitato il metodo seguito per la determinazione del numero dei pasti» e non avrebbe vigilato sull'esecuzione del servizio. Il danno ipotizzato dalla procura è stato calcolato sulla base delle cifre liquidate alle onlus.

LA DIFESA
I difensori degli indagati, però, sono certi di dimostrare l'innocenza dei loro assistiti. «L'Amministrazione ha pagato per un servizio regolarmente effettuato - ha dichiarato l'avvocato Federico Tedeschini, che difende Scozzafava - non c'è stato danno erariale. Al contrario, c'è stato un risparmio: dopo l'indizione della gara il prezzo per ogni singolo pasto è salito a 5,36 euro».
 
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