La tragedia Una questione di attimi. Sono le 3.50 di notte. Alessandro e' a piazza Venezia in compagnia di alcuni amici. L'autista del bus che lo ha investito avrebbe spiegato che era appena partito dal capolinea di piazza Venezia quando si sarebbero avvicinati al finestrino sinistro alcuni giovani, apparentemente ubriachi e che qualcuno di loro voleva entrare da quel lato. L'autista, come da regolamento, si sarebbe rifiutato. A quel punto sarebbe nato un piccolo diverbio. Il bus sarebbe poi ripartito senza accorgersi che Alessandro era ancora in mezzo alla strada. Travolgendolo. Sembrerebbe anche che qualche amico del ragazzo era a bordo del mezzo e che non si sarebbe accorto di nulla. Saranno gli investigatori a capire quello che è successo rimane il fatto che ora Alessandro, studente dell’istituto tecnico Meucci, non c’è più. Per lui non c’è stato niente da fare. Disperata la corsa in ospedale e i tentativi per salvarlo: muore al San Giovanni poco dopo.
Lo chiamavano sorriso. «Perchè lui il sorriso lo metteva a chiunque». Amava il rap, il calcio, la Roma e odiava i pregiudizi. Solo qualche tempo fa scriveva: «Una laurea non ti rende intelligente, un completo non ti rende elegante, fare beneficenza non ti rende gentile, avere piercing e tatuaggi non ti rende una personalità border line». Era fatto così Alessandro. «Ricordi tutte le risate? Ricordi tutto quello che abbiamo passato insieme? - scrive un amico - Ricordi i bei momenti? ....Il brutto è che sono solo ricordi adesso..». Il ricordo di quel ragazzo che sorrideva sempre rimane impresso nelle foto, decine, che raccontano dei viaggi ad Amsterdam, delle estati passate a Ostia, dei pomeriggi davanti alla playstation. «Ciao sorriso, ci mancherai».