Roma, insultano nigeriani e sul bus scatta la rissa: arrestati due romani

Roma, insultano nigeriani e sul bus scatta la rissa: arrestati due romani
di Michela Allegri
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Martedì 30 Agosto 2016, 08:16 - Ultimo aggiornamento: 08:18

Una serata iniziata tra discoteche e locali, ballando e bevendo fino all'alba, e finita con le manette intorno ai polsi. Due ragazzi romani hanno insultato una coppia di nigeriani, scatenando una rissa che ha portato tutti i contendenti sul banco degli imputati. «Brutti negri, tornatevene a casa vostra», hanno urlato i giovani, mentre erano tutti e quattro a bordo di un autobus. La reazione degli stranieri non si è lasciata attendere. Dopo l'ennesima provocazione, gli africani hanno sfidato i ragazzi, mentre l'autista del bus, incredulo, è stato costretto a fermarsi e ad accostare, decidendo poi di lasciare a piedi tutti quanti gli arrestati.Ieri, il giudice monocratico di piazzale Clodio ha convalidato il fermo dei quattro. Mentre gli stranieri sono stati rimessi in liberà in attesa del processo, per i romani è scattato l'obbligo di dimora nella Capitale.
La lite risale a due notti fa. Lo scenario è Trastevere. Sono le cinque di mattina. I due italiani, rispettivamente di 24 e 27 anni, hanno trascorso la serata tra discoteche e bar del lungotevere. Vista l'ora, decidono di rincasare e di andare a dormire. Alla fermata dell'autobus vedono i due nigeriani.
 
GLI INSULTI
Per gli stranieri, la giornata è appena iniziata. Hanno 38 e 47 anni, si sono alzati presto per andare a lavorare. In mezzora di tragitto, il notturno N7 li porterà al supermercato dove prestano servizio. Arriva il bus, salgono tutti e quattro. La nottata dei giovani è stata impegnativa: l'adrenalina è ancora alle stelle. Ogni occhiata viene scambiata per un gesto di sfida. Probabilmente, i due stranieri li guardano. «Nigeriano di m torna in Africa!», grida il ventiquattrenne stizzito. L'amico rincara la dose: «Brutti negri», dice. Poi, si accanisce contro uno dei due stranieri: «Sei grasso, vattene». La colonna sonora del viaggio diventa una sequela d'insulti. A un certo punto, i nigeriani reagiscono. Si alzano e quasi si scagliano contro i romani. Volano parole grosse, le mani si agitano in aria. Uno degli stranieri viene colpito da un pugno e si fa male al naso. Al pronto soccorso gli diagnosticheranno lesioni guaribili in sette giorni.
L'autista, nel frattempo, decide di accostare e di chiamare le forze dell'ordine. La corsa del mezzo viene rallentata, anche perché il conducente tenta invano di placare la rissa. L'autobus non riparte prima dell'arrivo di carabinieri, che arrestano i quattro e li denunciano per rissa e pure per interruzione di pubblico servizio.
 
IN TRIBUNALE
Il pm di turno formalizza solo la prima contestazione. La serata mondana dei ragazzi finisce quindi sul banco degli imputati del tribunale. Accanto a loro, gli stranieri sono chiamati a rispondere della stessa accusa e raccontano di aver perso un'intera giornata di lavoro. L'udienza dura poco. Il giudice convalida il fermo per tutti e quattro, ma decide di rimettere i nigeriani in libertà: sono stati denunciati a piede libero in attesa del processo. Per i romani, le cose vanno diversamente: nei loro confronti scatta l'obbligo di dimora nella Capitale, provvedimento deciso soprattutto perché la fedina penale dei ragazzi è appesantita da alcuni precedenti specifici.
 
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