Incidente sulla Nomentana, Cristian e Stefano uniti dall'amore per il calcio: «Sei il papà che volevo, forza Roma!»

Incidente sulla Nomentana, Cristian e Stefano uniti dall'amore per il calcio: «Sei il papà che volevo, forza Roma!»
di Veronica Cursi
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Mercoledì 22 Ottobre 2014, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 15:50
A suo figlio Cristian aveva insegnato ad amare la Roma sin da quando era nato, ancora non sapeva camminare ma già conosceva l'inno della Magica. A pochi anni lo aveva portato a conoscere i suoi idoli a Trigoria, capitan Totti, De Rossi, Mexes, Perrotta. «Un giorno con i miei eroi», così aveva intitolato l'album di foto che lo ritraevano accanto ai giocatori, Cristian piccolino in braccio e quella giornata indimenticabile.

Condividere quell'amore con suo figlio, andare allo stadio con lui e vederlo ridere mentre sventolava quella bandiera più grande di lui e si sentiva fiero con la maglietta della Roma addosso, era la cosa più bella del mondo.



Perché per Stefano De Amicis, 38 anni, che lavorava come steward proprio allo Stadio Olimpico, la Roma non era solo una passione, uno svago, un divertimento. Era un credo.Ed è proprio per seguire la sua squadra del cuore,che ieri sera Stefano si trovava con suo figlio di 7 anni su quella maledetta strada. Stava tornando a casa a bordo della sua moto dopo aver visto Roma-Bayern quando è stato travolto da un'auto su via Nomentana. Cristian, suo figlio, non ce l'ha fatta, è morto sul colpo. Stefano ha lottato per la vita ma all'alba anche il suo cuore ha smesso di battere. E ora lascia sua moglie e un'altra bimba più piccola.





Cristian e Stefano sono morti insieme, dopo aver passato una serata come tante, una serata da maschi, da padre e figlio, andavano spesso allo stadio loro due, a gridare a squarciagola per i loro eroi. Anche se per Cristian il vero eroe era proprio quel papà dallo sguardo buono. Glie l'aveva scritto un giorno su un disegno a scuola: «Sei il papà che volevo, forza Roma», frasi d'amore circondate da tanti cuori giallo rossi. Lui e Stefano erano inseparabili. Basta guardare le decine di foto su Facebook, una famiglia unita, sorridente, le foto dei viaggi insieme, mamma, papà e i due bimbi: eccolo Cristian che gioca a fare il piccolo calciatore con il taglio di capelli alla moda e la maglietta giallorossa all'ultimo grido. «Sei lo scopo della mia vita», aveva scritto Stefano in uno dei tanti album pubblicati sul social network. Aveva imparato a giocare anche a calcio Cristian e proprio suo papà durante una delle tante partite in cui si era fatto male aveva scritto: «Cadrai tante volte, ma l'importante è rialzarsi sempre più forte di prima». Purtroppo stavolta Cristian non è riuscito a rialzarsi.