Roma, raddoppiano gli immigrati: la mappa quartiere per quartiere

Roma, raddoppiano gli immigrati: la mappa quartiere per quartiere
di Maria Lombardi ed Elena Panarella
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Sabato 11 Marzo 2017, 08:45 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 16:15

C'è il mondo a Roma, e non se la passa granché. C'è più mondo che nelle altre capitali d'Europa, qui si parla qualsiasi lingua anche quella del Gibuti o del Tong, e si mangia di tutto. Dio ha tanti nomi e ognuno prega come sa nella città del Papa. Se sfilassero in una piazza le bandiere delle nazionalità registrate all'Anagrafe capitolina il colpo d'occhio sarebbe da Olimpiadi, un tale universo di colori da far vivere a Roma la sua illusione a cinque cerchi.



 

Il raccordo anulare abbraccia la bellezza di 185 paesi diversi, arrivano da lì gli stranieri/immigrati romani e convivono negli stessi quartieri, condividono uguali difficoltà. «Questa grande diversità è certamente un fatto positivo perché rende più facile l'integrazione», è convinta Daniela Pompei, della Comunità di Sant'Egidio.
«Grazie a questo non si è ancora formato a Roma nessun grande ghetto come in altre Capitali». Il rischio banlieue ancora non c'è ma si avvicina. Si fatica a stare insieme in alcuni quartieri già sofferenti che negli ultimi dieci anni sono stati presi d'assalto dagli immigrati, si divide il poco che c'è e gli equilibri fragilissimi sono sempre lì lì per saltare. E basta un niente perché esploda la rivolta anti-immigrati, come è successo a Tor Sapienza e più recentemente a San Basilio dove una famiglia marocchina è stata cacciata dalle case popolari, «loro non li vogliamo».

LE COMUNITÀ
Roma sempre meno Roma e sempre più multi. Gli italiani se ne vanno (meno 5,2%), fuggono dalla grande bellezza e dall'eterno caos. Mentre cresce la schiera dei nuovi romani, raddoppiata negli ultimi 15 anni (più 115 per cento, secondo gli ultimi dati Censis). Se la Capitale non ha alcun segno meno e non invecchia più di tanto è grazie a loro, agli oltre 360mila immigrati (363.563) regolarmente iscritti all'Anagrafe che rendono possibile un saldo demografico positivo, più due per cento. I romeni guidano la classifica degli stranieri, è questa la comunità più numerosa e sfiora il 25 per cento. Seguono i filippini (11%), i bengalesi (7,8%), i cinesi (4,4%), i peruviani (3,9%), i polacchi (3,49), gli egiziani (2,84), gli indiani (2,50). I continenti ci sono tutti, è rappresentato anche il Kiribati, paese del'Oceania. Il 44,65 per cento degli stranieri è europeo, il 32,8 asiatico, il 12,36 africano, il 10,83 americano e lo 0,7 arriva dall'Oceania. Vincono le donne, l'immigrazione romana è rosa (sono almeno 20mila in più degli uomini). «E anche questo è un fattore positivo per l'integrazione», aggiungono ancora le associazioni di volontariato.

I QUARTIERI
Dove vivono i nuovi romani? Oltre il 70 per cento dei 94.000 stranieri in più iscritti in anagrafe negli ultimi anni si concentra in soli 5 Municipi. Il primo in testa, con l'Esquilino e la zona della stazione Termini dove si contano 36 stranieri ogni cento italiani. E poi ci sono i quartieri di frontiera, Torre Maura e Torre Angela (48.517 in tutto, 23 stranieri ogni 100 italiani), il Prenestino-Casilino (il 17 per cento), Tor di Quinto e Prima Porta (il 22), l'Appio-Tuscolano (il 10), il Municipio X (Ostia-Acilia) il 7,2%. Niente a che vedere ancora con alcuni quartieri di altre capitali europee, dove c'è una tale concentrazione di immigrati della stessa nazionalità che in alcune strade parla un'altra lingua. «A Roma capita meno, perché molti stranieri qui imparano l'italiano», dicono nei vari istituti multietnici. A Trastevere, ad esempio, nella scuola gestita da Sant'Egidio (che ha anche altri otto plessi distribuiti in tutta la città) ci sono ben 2 mila iscritti.

L'INVASIONE
Non che basti, naturalmente, a placare ogni tipo di emergenza sociale. Alcuni Municipi, in particolare, nello spazio di pochi anni hanno subito una vera e propria invasione di stranieri, più della metà dei nuovi romani si sono stabiliti in tre appena. Torre Angela e Torre Maura, in sette anni, hanno visto crescere di quasi il 130 per cento il numero degli immigrati, a Torre Spaccata si è passati da quasi 600 stranieri a 8mila e 600, a Lunghezza da 1.260 a 4.500 circa. Roma capitale dell'immigrazione in Italia ma anche città di transito, aumentano i rifugiati, alcuni si fermano e altri vanno via. «Per chi completa il percorso e ottiene il riconoscimento dello status di rifugiato spiega Pompei l'inserimento non è facile: i servizi di prima accoglienza ci sono ma si deve pensare anche a forme di accompagnamento alla vita autonoma». Affitti troppo alti, lavoro che non c'è, la fatica della città non abbastanza accogliente, «alcuni hanno chiesto di rientrare nel loro paese e li abbiamo aiutati a tornare». C'è chi fugge da Roma e magari torna alle guerre da cui era scappato e chi sceglie di invecchiare qui, lontano dal paese dove è nato. Sono sempre di più gli anziani immigrati, Roma ormai è la loro città.

 
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