Roma, il camping abusivo della “tedesca” con vista su Santa Maria Maggiore

Roma, il camping abusivo della “tedesca” con vista su Santa Maria Maggiore
di Paolo Ricci Bitti
4 Minuti di Lettura
Domenica 2 Luglio 2017, 11:21 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 17:24

Candide e ossute, le mani sbucano da quell’igloo di plastica bianca e trafficano in un piccolo mastello di plastica. La “tedesca” sta lavando una maglia che poi strizza a lungo con il rivolo d’acqua che scende dal marciapiede fino all’asfalto di via Liberiana, piazza di Santa Maria Maggiore, Roma.

“Signora, tutto bene? Ha bisogno di qualcosa?”

Ich verstehe nicht, ich verstehe nicht. Non capisco, non capisco”. Che poi la signora comprende perfettamente, ma non importa.
 

 


Passando in scooter o in auto non è sempre facile farci caso anche per lo schermo delle auto parcheggiate, ma la notte scorsa il movimento di quelle mani, di quelle braccia magre e – più nascosta - di quella testa di capelli albini ha rivelato che c’era vita in quell'ammasso di masserizie che da anni fa parte di una delle piazze più conosciute al mondo. Come i camion-bar che impallano la basilica tanto amata da Papa Francesco. Solo che gli eterni trabiccoli la sera se ne vanno, mentre l’accampamento della tedesca è “fisso”. Se ne trovano tracce, almeno sul web, giù dal 2010, ma i gestori dei bar e dei ristoranti della zona fanno risalire l’insediamento ancora più indietro, dal 2008, magari con dimensioni inferiori all’igloo attuale, anche ben allestito.

Saranno due metri per quattro, altezza poco più di uno: telone bianco con elastici e un solo spiraglio per entrare e uscire, sul davanti, lato basilica: dentro si intravedono una brandina rasoterra, pentole e quei borsoni pieni di abiti comuni a tutti clochard. Ma l’insieme, di giorno, senza "inquilina", non è così scostante e pure angosciante come – ricordate ? - i cumuli di pacchi delle barbone accovacciate a terra in piazza dei Cinquecento all’incrocio su cui veglia la statua di Papa Giovanni Paolo II.

Ma questo, più che un insediamento abusivo in una zona che più centrale non potrebbe essere, è un segno del degrado, dell'indifferenza, dell'incapacità di garantire la dignità a una persona e il decoro a una piazza di Roma. E non per qualche giorno, ma per anni e anni.

Di giorno, con questo caldo poi, la “tedesca” (in realtà austriaca, c'è chi dice che la signora si chiami Lucrezia) se ne sta altrove, solo la sera torna a “casa”, si accuccia sotto l’igloo, cucina, lava, si lava. A volte da sotto il telone sbucano solo i piedi: fa impressione vederli.

Sul marciapiede, tra la tenda e il chiosco verde scuro del Comune che dà (dovrebbe, se fosse aperto più spesso) informazioni ai turisti, resta poco spazio per passare: un abbinamento - chiosco turistico municipale e accampamento – che lascia di sale, anche perché lì attorno ci sono la basilica, la piazza con la colonna, un caserma della Finanza, la camionetta con i soldati di Strade sicure.

Già, sicure. “E se sotto il telone ci mettono una bomba?” chiede un passante che abita a pochi passi, tra la caserma della Finanza e l’edicola dei giornali e che considera la tenda una protagonista fissa del suo andare e venire. Già, potrebbero metterci una bomba, potrebbero aggredire la “tedesca” che ci dorme sotto, potrebbero rubarle qualcosa dato che nella scala della disperazione non si arriva mai abbastanza in fondo. Potrebbe accadere di tutto meno che – evidentemente – la rimozione di quel mono-accampamento in centro e la possibilità di una sistemazione più dignitosa per una donna avanti con gli anni.

“Ci hanno provato, ma la signora tedesca vuole restare – dice un altro passante – è una donna per bene, non dà fastidio, non lascia rifiuti in giro. Dicono anche che sia laureata e che di tanto in tanto dei tedeschi ben vestiti le portino degli aiuti, degli abiti”.

E dall'edicola (la mattina seguente): "Si figuri che i vigili a volte vengono a dire a noi di rimuovere quella roba. Giustamente ci chiedono di rispettare i regolamenti, ma poi per quella donna che cosa fanno? E poi che accoppiata per l'immagine di Roma la tenda della clochard e il chiosco per i turisti, che in pratica non è mai aperto anche se non c'è alcun cartello a ricordarlo. La situazione di quella signora è angosciante: lei certo non vuole andarsene e qualche tempo fa è fallito il tentativo di alloggiarla in un convento di suore qua vicino. Gli ospiti di un bed & breakfast si sono lamentati delle sue urla nella notte e allora lei è tornata in strada. Dovrebbe avere dei figli in Germania  e di sicuro qualcuno le dà una mano di tanto in tanto".  

Il bucato è intanto terminato, la “tedesca” si pettina con cura dopo essersi bagnata i capelli, si alza e chiude l’ingresso dell’igloo. Se ne va giù nella notte verso via Cavour, uno zainetto rosso e una tanica di plastica da 5 litri, il suo acquedotto. E’ vero, la “tedesca”, vista così, non sembra per nulla una clochard, ma una campeggiatrice. Camping “Santa Maria Maggiore”, centralissimo.



 

© RIPRODUZIONE RISERVATA