Roma, guerriglia al campo rom «Sono un pericolo, vadano via»

Roma, guerriglia al campo rom «Sono un pericolo, vadano via»
di Maria Lombardi e Alessia Marani
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Giovedì 28 Settembre 2017, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 15:37

La guerra dei sassi a Guidonia, la notte della rivolta. I rom e la gente dell'Albuccione si scontrano per ore, tra lanci di mattoni e pietre, barricate e fuoco. Sulla strada principale del quartiere di frontiera, da una parte i palazzi popolari del Comune di Roma e dall'altra le baracche, restano i segni della battaglia. Da una montagna nera di rifiuti bruciati, accanto ai resti di una roulotte disintegrata dalle fiamme, si alza ancora il fumo che avvelena l'aria, sull'asfalto quel che resta dei sacchi pieni di calcinacci, usati come armi e barriere. «Abbiamo paura, ci vogliono uccidere», sussurrano i rom rintanati negli accampamenti sui terreni di proprietà della Asl e occupati da anni.

«NON CI FERMEREMO»
«Se ne devono andare, qui è un inferno: rubano la benzina, i panni stesi, anche i pacchi della Caritas. È solo l'inizio, non ci fermeremo», la rabbia di quelli dei palazzi, che vivono a poche decine di metri dai campi rom e raccontano dell'aria nera, dei roghi e delle lenzuola appena lavate che subito cambiano colore per il fumo, di quel camioncino rosso «che sgomma, va sempre a zig zag e fa paura». Anche martedì sera si trema, in via dell'Albuccione. Intorno alle 10 una Fiesta grigia attraversa a «velocità folle» il quartiere, raccontano i testimoni. Arriva dalla rotatoria della Tiburtina, sfreccia accanto ai palazzi e le baracche, gira alla rotatoria Aldo Moro. «Per poco non ci ha investite», racconta Laura che era con la sua bambina. «Mi sono spaventata da morire, ho detto agli uomini che erano lì: ma che non fate niente per proteggerci?». Alla guida c'è il figlio di Bobo, il proprietario del furgone rosso. Bobo che da quando è arrivato con la sua famiglia, circa 5 mesi fa, «combina solo casini, beve, dà fastidio, guida come un matto». Anche i rom ce l'hanno con lui e l'hanno cacciato dal campo di via Candoni, alla Magliana. È bosniaco, ha 46 anni e piccoli precedenti alle spalle. Il suo comportamento così spavaldo, martedì ha acceso la miccia.

Qualcuno lancia una bottiglia contro la Fiesta, per fermarla, un gruppo di persone va verso la baracca di Bobo, partono insulti, si scatena una lite. «Abbiamo sentito le urla, abbiamo visto dalle finestre i nostri ragazzi circondati dai rom e siamo scesi strada». Un passaparola velocissimo, la strada si riempe di gente. Almeno cento, 150 persone si ritrovano davanti la favela di via dell'Albuccione. Sbuca pure il furgone rosso, «è uscito dal viottolo delle baracche», dice uno dei testimoni. Lo guida Bobo, forse vuole proteggere la fuga della Fiesta o forse solo scappare via con figli e nipoti. Inizia la guerriglia. Gli uomini dell'Albuccione trascinano i sacchetti pieni di calcinacci ammassati sotto a un palazzo in ristrutturazione per la strada. «Abbiamo fatto una barricata perché quel pazzo col furgone ci voleva investire», dicono. Parte la sassaiola. «Dal campo rom sono usciti con le pale e i bastoni», dice Francesco, 31 anni, ferito al naso da un mattone. Qualcuno ha sentito degli spari. «Era una scacciacani, ce l'avevano i rom», raccontano all'Albuccione. Ma i nomadi replicano: «Erano gli italiani, quelli spacciano non sono santi».

IL ROGO
La roulotte di Bobo prende fuoco. «Siamo andati noi a salvare i bambini che dormivano», dice una bosniaca. Bobo fugge via, ma i militari lo fermano a una manciata di chilometri di distanza. Dentro il suo Iveco ci sono armi improprie, un manganello estensibile, un tirapugni e un'accetta, e per questo Bobo (A. H., sue iniziali) viene denunciato a piede libero. Nel campo è stata ritrovata la Fiesta risultata rubata a Settecamini. Se al suo interno verranno trovate le impronte del bosniaco, allora per lui potrebbe scattare anche l'arresto. Oltre al 31enne, medicato con una prognosi di 20 giorni, sono rimasti lievemente contusi due agenti che hanno fatto da cordone. Il video girato da un ragazzo inquadra il rogo, le urla, la guerra. Immagini, ora, al vaglio dei carabinieri. Bisognerà individuare chi era lì quella notte e che forse dovrà rispondere di rissa aggravata e di interruzione stradale. Gli inquirenti attendono anche la relazione dei pompieri sull'incendio. La polizia ha repertato alcune tracce utili alle indagini. C'è da capire se quel rogo sia stato accidentale o, come sostenuto dai rom, provocato dagli italiani il che aggraverebbe il quadro. Intanto la Prefettura ha annullato l'incontro diÈ oggi con il sindaco M5S di Guidonia, Michel Barbet. Il prefetto si è riservato «ulteriori approfondimenti sulla vicenda».
 

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