Roma, l'ex capo dei vigili Giuliani alla vigilessa: «Hai due figlie, stai attenta»

Roma, l'ex capo dei vigili Giuliani alla vigilessa: «Hai due figlie, stai attenta»
di Michela Allegri e Paola Vuolo
4 Minuti di Lettura
Giovedì 27 Febbraio 2014, 09:35
Appena mi toccate il Gruppo Sportivo io mando cinque o sei siluri, non ci provate.



A parlare è Angelo Giuliani, l'ex Comandante della Municipale finito ai domiciliari per corruzione e falso ideologico. Racconta ad un amico di aver tenuto testa a Gianni Alemanno, il giorno in cui il primo cittadino gli aveva comunicato che, di lì a breve, sarebbe stato destituito dal ruolo di capo dei vigili urbani e sostituito con Carlo Buttarelli. È il 27 luglio del 2012.



Giuliani usa toni accesi pure con Giorgio Ciardi, delegato del sindaco alla Sicurezza: «ogni cosa che voi mi fate ostile io la reputo un atto ostile nei miei confronti e agisco di conseguenza, fate voi... avevo fatto un patto col sindaco, mi aveva assicurato ’sta roba. Ora inizierà la guerra. Mando in fibrillazione tutto il Corpo, punto». E si vanta con Ciardi di avere detto ad Alemanno: «Metti Carlo Buttarelli, certo, vedrai la differenza, sono molto meglio di lui».



I CONTRATTI

A un passo dalla destituzione, il comandante è ossessionato dalla necessità di tutelare i propri interessi che, come scrive il gip, sembrano ruotare intorno al Gruppo Sportivo dei vigili urbani di cui Giuliani è presidente e che sarebbe stato utilizzato come copertura per incassare tangenti mascherate da contratti di sponsorizzazione. Come quella versata dai vertici di Sicurezza e ambiente, finiti ai domiciliari insieme a Giuliani.



Una vigilessa si accorge del rapporto privilegiato e non trasparente che lega il comandante ai dirigenti di Sea, e inizia a fare domande. Quindi, Giuliani si accorda con la sua vice, Donatella Scafati, per far trasferire la vigilessa «infedele»: «E' proprio un'infamella da quattro soldi», dice Giuliani. E' il 28 gennaio, dall'altro capo del telefono c'è la Scafati, che gli comunica di aver chiesto più volte il trasferimento della collega. «Brava! Hai fatto bene! Toglietela di torno Donatella! Vedi il futuro!... ti togli un canchero eh Donatè», replica Giuliani. Il 22 agosto del 2012, invece, l'ex Comandante viene informato che il Segretario Generale ha disposto il rientro al reparto dei vigili distaccati presso il Gruppo Sportivo. Giuliani si stizzisce: «sta facendo lo s.... ma comunque mo’ sono c.... suoi». E parlando con Ciardi: «Avevo fatto un patto con il sindaco, mi aveva assicurato ’sta roba. Ora inizierà la guerra. Mi dispiace, non te la prende, eh?».



Giuliani è talmente scosso che chiama addirittura Marco Visconti, all'epoca dei fatti assessore alle Politiche Ambientali. Anche a lui racconta del colloquio con Alemanno: «Gli ho detto: sindaco lasciateme perde almeno quello... niente, questo non conta un cazzo. Il sindaco non conta proprio un c...». Il comandante giura che la colpa di «tutto questo casino» è dei «bibitari», i fratelli Bernabei, gli enotecai di Trastevere che con la loro denuncia hanno scatenato un vero e proprio polverone.



Il meglio di sé, però, Giuliani lo dà per assicurarsi il posto di presidente della Commissione esaminatrice del Concorso per Istruttore di Polizia Municipale. Sono gli ultimi giorni del luglio del 2012, e manca poco alla destituzione di Giuliani. Il comandante si è adoperato con ogni mezzo per realizzare in tempi brevissimi la costituzione e l'insediamento della commissione di Concorso, nel quale avrebbe rivestito la carica di Presidente. Si tratta di uno strumento di potere, per Giuliani, una carica di rilievo da sfruttare per salvaguardare il suo ruolo nel Circolo Sportivo e per alzare la voce addirittura con il Sindaco: «sono anche presidente di commissioni lì al concorso. Il Circolo non si tocca».



LE MINACCE

Il gip descrive Giuliani come un uomo abituato a corrompere, ad alzare la voce, a minacciare. Il comandante, al telefono con un amico, fa riferimento anche a possibili rivalse nei confronti di una vigilessa, Nadia: se non si fosse attenuta alle sue direttive, si sarebbe vendicato, ostacolando le figlie della donna, che avrebbero partecipato al concorso: «È scema proprio, ma io la sfondo con la commissione ahò... c’ha du figlie». Poi racconta a un tale Enzo: «io le ho detto, Nadia stai attenta a come fai, perché dopo io non ti recupero, non ti recupera manco Cristo in croce, perché se tu pensi che a me il centro sinistra manco mi ascolta, hai capito proprio male! dopo di che le ho fatto: guarda, ricordate che io, insomma, c'ho sempre un incaricuccio e che tu c'hai un par de figlie, no? Si è ammutolita!». E a Maurizio Sozi, obbligato a rientrare in anticipo dalle ferie a Brunico per costituire la Commissione, dice: «Maurì se ci sto io presidente tu conti, se non ci sto io non conti, hai capito? Non ce la facciamo scippare da qualche altro cialtrone».
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