Roma, guerra tra genitori per il figlio celiaco: bimbo affidato a casa famiglia

Roma, guerra tra genitori per il figlio celiaco: bimbo affidato a casa famiglia
di Adelaide Pierucci
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Martedì 18 Aprile 2017, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 18:38

I genitori si fanno la guerra per il menu del figlio, e un bimbo di dieci anni finisce in casa famiglia. Celiaco o non celiaco. Per la mamma lo è, per il padre no. Una coppia di professionisti romani, per cinque anni, si è data battaglia su questa opposta convinzione, rimpinzando il figlio con cibi gluten free o, all'opposto, con pastasciutta. Il risultato: il bambino è stato prelevato dalla scuola da assistenti sociali e poliziotti e allontanato dalla madre affidataria. «E' impressionante che, come la madre, il bambino si consideri celiaco pur non essendolo - hanno scritto i giudici del tribunale per i minori nel decreto che ha disposto l'inserimento in casa famiglia - È impressionante soprattutto a quale rituale il piccolo si sottoponga muovendo da questo convicimento. Ha evidenziato un'angoscia da contaminazione anche durante i pranzi col papà in un ristorante per celiaci».

I dieci a scuola, la frequentazione di un circolo sportivo esclusivo, le lezioni private di inglese e di tennis (il piccolo ha giocato anche con Fiorello), la casa in un complesso con piscina, non bastano, secondo i giudici, ad assicurare serenità al bimbo. «Il piccolo - è stata la conclusione - appare stanco di far fronte a una condizione di forte sofferenza psicologica». Perché, hanno ricostruito gli specialisti, sarebbe terrorizzato dagli incontri col padre, che ritiene colpevole per le liti con la madre e per l'alimentazione sbagliata (tanto che è stato disposto un graduale riavvicinamento al papà), e perché è vittima dell'atteggiamento «simbiotico e alienante» della madre.

LA REAZIONE
«Mi hanno tolto un figlio perché lo amo troppo? - si dispera ora la donna - Perché deve vivere da recluso, senza la mamma, senza il tablet, senza amichetti? Mio figlio ha l'esenzione della Asl per la celiachia. Una malattia difficile da diagnosticare. Nessuno ha potuto mettere in discussione l'intolleranza al glutine». Al momento dell'allontanamento, il bambino ha pianto per giorni: «Ma che colpe ne ho io?», ha detto. La maestra gli ha dato dieci in un tema sulla parola «rispetto». Ecco lo svolgimento: «Nel dizionario italiano la parola rispetto significa astenersi da atti offensivi verso qualcuno. Secondo me è importante rispettare gli altri, perché se tu non lo fai, loro non rispettano te e così via. A me, invece, è successo tutto il contrario... Mi hanno preso da scuola durante la merenda...». Nel marzo 2014, la Corte di appello, sezione Famiglia, pur escludendo la celiachia con una consulenza tecnica, aveva disposto che fosse la madre a fornire il menu da adottare a scuola e col papà. Sotto la guida dei Servizi sociali.
 
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