Roma, dimenticano una garza nell'addome di un paziente, condannati 2 medici e un'infermiera

Roma, dimenticano una garza nell'addome di un paziente, condannati 2 medici e un'infermiera
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Lunedì 13 Novembre 2017, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 17:42
IL PROCESSO
Si erano scordati una garza sotto la pelle dopo un'operazione chirurgica. Poi l'hanno scambiata per un «ematoma», nonostante un'infezione in corso. Ora, a distanza di 6 anni dai fatti, due medici e un'infermiera sono stati condannati a 8 mesi per lesioni. Si è chiusa così venerdì scorso l'odissea di Gianluca che per cinque mesi si era trovato a vivere con un corpo estraneo sotto l'inguine. Una garza dalle dimensioni 30 millimentri per 30 che non era stata rimossa dopo un intervento chirurgico di varicocele. Gianluca era stato operato presso la cinica Villa Anna Maria nel marzo del 2011. Un intervento delicato, ma non eccessivamente complesso, andato a buon fine. Anche se, dopo l'operazione, i dolori tormentano il ragazzo, tanto da spingerlo al pronto soccorso, un mese dopo, in cerca di spiegazioni. «Si tratta di un semplice ematoma. Le passerà presto». Così Gianluca si era sentito dire da un chirurgo del Sant'Eugenio ma, nonostante le rassicurazioni, quella protuberanza arrossata, insieme al dolore, ogni giorno si faceva sempre più grande.
LA VERITÀ
L'infezione in corso sembrava non avere spiegazioni, fino all'amara verità, emersa durante un controllo presso il campus Biomedico ad oltre sei mesi dall'operazione. Quando il chirurgo lo visita, immediatamente capisce che occorre intervenire con urgenza e lo porta in sala operatoria dove drena la ferita e rimuove con un'incisione la garza, avvolta dal filo radiopaco visibile ai raggi x, che aveva formato un bozzolo, intorno al quale si era sviluppata un'infezione. Gianluca è salvo, mentre gli operatori sanitari che lo hanno trascurato finiscono sotto processo per «negligenza, imprudenza e imperizia». Accusati lesioni colpose, tutti e tre sono stati condannati venerdì scorso a 8 mesi, come richiesto dal pm d'aula Gabriella Chiusolo. Dal chirurgo che aveva effettuato l'intervento al varicocele, non rimuovendo poi la garza, all'infermiera strumentista che non avrebbe svolto in maniera regolare «le operazioni di conteggio del materiale chirurgico utilizzato». Condanna anche per il medico del Sant'Eugenio, che avrebbe «omesso di disporre l'esame di risonanza magnetica» suggerito da un radiologo. Avrebbe potuto scoprire la garza prima dell'infezione. Invece liquidò Gianluca in maniera sbrigativa: «È solo un'ematoma».
Marco Carta
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