Roma, custodiva l'arsenale delle cosche: nel suo garage trovati tritolo, mitra e pistole

Roma, custodiva l'arsenale delle cosche: nel suo garage trovati tritolo, mitra e pistole
di Adelaide Pierucci
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Lunedì 16 Gennaio 2017, 08:27
Sei chili di tritolo, un kalashnikov, tre mitragliatori, un fucile a canne mozze, una sfilza di semiautomatiche e di revolver. E poco più in là, accatastato tra vecchie scarpe e attrezzature da giardino, un carico di droga: 71 chili di cocaina e 143 di hashish. Fungeva da doppia base logistica per armi e droga una cantina a Massimina nella disponibilità di un trentottenne romano di Montespaccato, con un piccolo precedente penale. Daniele Mezzatesta era stato arrestato lo scorso marzo. Ma nonostante il maxi colpo, il più importante negli ultimi anni a Roma, l'operazione era stata tenuta riservata per blindare le indagini. Si cercavano i complici del basista, ma non sono stati trovati. L'indagato, assistito dall'avvocato Cesare Placanica, ha rifiutato gli interrogatori. Così per ora il sostituto procuratore Maurizio Arcuri ha spedito a giudizio, con l'immediato cautelare, solo Mezzatesta.

IL RINVENIMENTO
A scoprire l'arsenale una pattuglia della guardia di finanza. Un pomeriggio del marzo scorso Daniele Mezzatesta incappa in un controllo e si mostra teso. Nella perquisizione dell'auto, una Toyota Yaris, gli investigatori trovano due pacchetti sospetti: erano due chili di cocaina incartati. Non un quantitativo da piccolo pusher. Scattano le perquisizioni. Mezzatesta era stata notato mentre usciva dalla cantina di via Alessandro Santini, a Massimina, e allora la perquisizione viene estesa. E lì, accatastate in scatole, buste, in parte nascoste dietro a delle tavole di legno, sono state ritrovate le armi e la droga, e il grosso quantitativo di tritolo. Probabilmente un deposito di un gruppo criminale.

I PRECEDENTI
L'arrestato, a cui il gip Giulia Proto, ha contestato il possesso di venti armi, 6 chili e 29 grammi di esplosivo, aggressivi chimici, parti di armi, munizionamento, oltre la cocaina e l'hashish, non risulta un malavitoso di spicco, ma un disoccupato che ha solo un piccolo precedente per droga. Eppure le armi quasi tutte con la matricola abrasa erano tante e ben custudite. Come una semiautomatica russa, delle Beretta, dei fucili a carabina di fabbricazione americana, diversi revolver, pure col silenziatore, un fucile a pompa, mitragliatori e uno Skorpion. La detenzione di un elevato quantitativo di cocaina (oltre 73 chili) e di hashish (oltre 142 chili) unitamente al possesso di armi da guerra e di armi comuni, di materiale esplosivo per oltre sei chili, ha scritto il gip nella misura cautelare in carcere denotano con assoluta certezza collegamenti con ambienti malavitosi e portano ad escludere la mera occasionalità della condotta, con il rischio di reitazione del reato.

L'UDIENZA
A preoccupare in particolare gli inquirenti il ritrovamento dellesplosivo, in genere usato per le grosse rapine, negli attentati, o per scopi terroristici. L'arrestato, probabilmente per scongiurare possibili ritorsioni, però, non ha mai voluto spiegare la provenienza di tutto quel materiale illecito. L'indagato sarà processato nelle prossime settimane davanti al gip Giuseppina Guglielmi. La difesa ha ottenuto il giudizio abbreviato, il rito che in caso di condanna garantisce lo sconto di un terzo della pena.