Roma, cadde dal bus: gamba amputata In quattro rischiano il processo

Roma, cadde dal bus: gamba amputata In quattro rischiano il processo
di Michela Allegri
2 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Agosto 2017, 08:24

A soli quindici anni, una ragazzina aveva dovuto subire l'amputazione di un piede, perché l'autobus su cui viaggiava era partito con la porta anteriore mezza aperta e lei aveva perso l'equilibrio ed era caduta in strada. Il mezzo aveva proseguito la corsa e una delle ruote aveva schiacciato l'arto dell'adolescente. Per la procura di Roma, l'incidente avvenuto nel 2014 all'Infernetto nasconde una storia di negligenze che arriva fino ai vertici della municipalizzata romana dei trasporti. Il pm Mario Dovinola, titolare del fascicolo, ha indagato per lesioni gravissime il conducente del mezzo Atac, due dirigenti e un funzionario dell'azienda comunale. Ai quattro è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari. Nel capo d'imputazione si legge che l'incidente sarebbe stato provocato da una concatenazione di imprudenze, a partire dalla carente manutenzione del mezzo pubblico.

LE ACCUSE
Per la procura, gli indagati avrebbero agito «in cooperazione colposa» e avrebbero provocato alla giovane «lesioni personali gravissime consistite nella perdita del piede destro, per amputazione dello stesso, e in contusione polmonare e contusione epatica, con durata pari a sessanta giorni». Sotto accusa, l'autista Paolo Roberto Fratellani, i dirigenti Pietro Spirito, responsabile della Direzione centrale operazioni, e Giuseppe Alfonso Cassino, responsabile della Divisione superficie, e il funzionario Cesare Mazzola.
I fatti risalgono al 29 aprile del 2014. Fratellani era alla guida dell'autobus della linea 5 e percorreva via di Castel Porziano. Giunto all'altezza della fermata, vicino a via Giulio Bertoni, dopo una breve sosta sarebbe ripartito mentre la porta anteriore era socchiusa. La vittima, che era a bordo e vicina all'ingresso, era caduta in strada e una delle ruote le aveva schiacciato il piede destro. Per gli inquirenti, il conducente sarebbe responsabile di una duplice condotta colposa. Nell'avviso di chiusura delle indagini, infatti, si legge che Fratellani «viaggiava con il dispositivo blocco porte disinserito, azione resa possibile dalla circostanza che il filo di piombo a tutela del dispositivo era staccato», e «ripartiva senza aspettare che la porta si chiudesse del tutto». Per il pm Dovinola, la negligenza dell'autista sarebbe stata resa possibile dalle azioni colpose degli altri indagati. I due dirigenti e il funzionario, infatti, non avrebbero predisposto le opportune azioni di controllo del veicolo, nonostante durante la manutenzione mensile fosse emerso che, «in ogni singolo autobus», si verificasse sistematicamente la rottura del filo di piombo, che, in teoria, dovrebbe impedire ai mezzi di partire mentre le porte sono aperte.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA