All'epoca dei fatti, tra il 2000 e il 2009, l'imputato era il responsabile dell’ufficio Autodrappello del dipartimento di Pubblica Sicurezza della direzione centrale per i servizi Antidroga. Era l'addetto alla assegnazione dei veicoli da utilizzare per i servizi in questione e aveva anche il compito di rendicontare le operazioni di noleggio. Secondo l'accusa, avrebbe inserito nei prospetti una serie di fatture false intestate alla ditta romana e riferite a operazioni inesistenti.
Per la stessa vicenda, il brigadiere è già stato condannato penalmente in primo grado, per truffa, a un anno e 6 mesi di reclusione, insieme all'amministratore della società favorita. A occuparsi delle indagini è stata la Squadra Mobile di Roma. Per l'accusa, i due avrebbero «indotto in errore l’Amministrazione dell’Interno in ordine all’esistenza delle prestazioni da retribuire alla ditta di noleggio, con conseguente erogazione di compensi non dovuti».
Durante l'udienza contabile, il pm ha sottolineato la difficoltà di quantificare il danno in modo preciso, visto che i pagamenti erano avvenuti in contanti e la maggior parte della fatture emesse dalla società era stata distrutta. Per questo motivo, i giudici hanno stabilito una pena più lieve rispetto alla richiesta della procura. Nella sentenza si legge che l'imputato «ha reiteratamente abusato della sua posizione di responsabile incaricato della rendicontazione dell’attività di noleggio» inserendo «nei prospetti riepilogativi i dati relativi alla società, per operazioni inesistenti o effettuate con l’ausilio di macchine fornite da altre compagnie».
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