Roma, fa cadere il compagno di stanza in ospedale, lui si rompe il femore e muore: accusato di omicidio

Roma, fa cadere il compagno di stanza in ospedale, lui si rompe il femore e muore: accusato di omicidio
di Michela Allegri
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Mercoledì 17 Febbraio 2016, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 13:38
È arrivato al policlinico di Tor Vergata con un infarto in corso, ed è uscito dal nosocomio con le spalle appesantite dall'accusa di omicidio preterintenzionale. Un uomo di 57 anni ha spinto il suo compagno di stanza, un ottantenne romano, facendolo cadere in terra. L'urto è stato talmente violento che l'uomo si è spezzato il femore, finendo quindi in sala operatoria. E durante l'intervento è deceduto a causa di una complicanza. Fochetti è stato denunciato e indagato, inizialmente per morte come conseguenza di un altro delitto.

Ieri, durante l'udienza preliminare, il gup Giuseppina Guglielmi ha disposto il rinvio a giudizio dell'imputato, modificando però la contestazione nei suoi confronti: l'uomo dovrà difendersi di fronte alla Corte d'Assise dall'accusa di omicidio preterintenzionale. I fatti risalgono al 16 marzo dello scorso anno. Francesco Paolo Damiani arriva al pronto soccorso del policlinico per problemi intestinali e dolori allo stomaco. L'altro uomo, invece, è già ricoverato in corsia per un infarto. I due sono compagni di stanza. Di notte, la vittima si alza e inizia a girovagare, perde l'equilibro e si appoggia al letto dell'imputato. Il sessantenne, a dire dei denuncianti, reagisce con uno scatto d'ira: spinge l'anziano facendolo cadere in terra. Damiani si rompe una gamba: le radiografie evidenziano una frattura scomposta del femore. Per i medici è necessario un intervento. Durante l'operazione, però, subentra una complicanza che costa la vita al paziente.

LA DENUNCIA
I familiari dell'ottantenne, difesi dall'avvocato Matteo Riccardi, sporgono denuncia. In Procura scatta un'inchiesta: per la pm Silvia Sereni, l'uomo è colpevole di morte come conseguenza di un altro reato, cioè le lesioni volontarie. Nel capo d'imputazione, infatti, si legge che «mentre si trovavano ricoverati entrambi nel reparto d'osservazione breve del Policlinico, l'uomo di 56 anni  spingeva violentemente Damiani che, conseguentemente, cadeva riportando la frattura del femore che richiedeva un intervento chirurgico». Ieri, il rinvio a giudizio e il colpo di scena: il gup ha mandato a processo il sessantenne riqualificando la contestazione in omicidio preterintenzionale. «Si tratta di una vicenda torbida, spero che i responsabili paghino», ha dichiarato l'avvocato Riccardi, per la parte civile. La versione dell'imputato, però, è molto diversa. «La riqualificazione del reato ha dell'assurdo considerando il fatto che l'incidente non è collegabile al decesso visto che l'operazione risale a 18 marzo e il decesso al 30 del mese», ha detto Luciano Guidarelli, che assiste l'uomo denunciato.
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