Roma, ex militare tenta di incendiare la sede della Difesa: «Mi hanno congedato, volevo vendicarmi»

Roma, ex militare tenta di incendiare la sede della Difesa: «Mi hanno congedato, volevo vendicarmi»
di Paola Vuolo
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Domenica 20 Dicembre 2015, 09:42 - Ultimo aggiornamento: 26 Dicembre, 19:18

Voleva incendiare il palazzo dello Stato maggiore dell'esercito e il gabinetto del ministero della Difesa per vendetta. L'ex sottufficiale dell'aeronautica militare, che vive a Palestrina era furibondo con la commissione che lo aveva riformato, e l'altra notte è arrivato in via XX Settembre armato di bottiglie molotov per mettere in atto la vendetta.
L'ATTENTATO
L'uomo si è avvicinato alla sede dello Sme e ha posizionato una delle due molotov, ma il suo armeggiare davanti al palazzo dell'esercito ha messo in allarme i carabinieri che si occupano della sicurezza della Banca d'Italia, ed è scattato l'allarme. Quasi nello stesso istante su via XX Settembre stava passando un'auto di pattuglia dei carabinieri della compagnia Roma centro, i militari si sono avvicinati alla sede dello Stato maggiore, mentre stavano per intervenire anche i carabinieri che sono di servizio allo Sme. Il sottuficiale è stato circondato nel giro di pochi secondi e bloccato. L'uomo ha alzato le mani, i carabinieri gli hanno sequestrato la molotov e gli hanno ordinato di mostrare il contenuto della borsa, dentro c'era un'altra bottiglia incendiaria, voleva piazzarla davanti al palazzo che ospita il gabinetto del ministero della Difesa, che si trova di fronte alla sede dello Stato maggiore dell'esercito.
L'UNIFORME
«Rivolevo la mia divisa», ha detto poi il sottufficiale, e ha confessato le sue intenzioni incendiarie. L'uomo era stato riformato da alcuni mesi, la commissione medica non lo riteneva più in grado di continuare la carriera militare. Ma il sottuficiale non aveva perso il posto di lavoro, la commissione aveva deciso che la sua carriera da militare si era interrotta, ma sarebbe rimasto alle dipendenze dello Stato maggiore dell'esercito con mansioni civili. Una decisione che per il graduato è stata un pugno allo stomaco. Lavorare come impiegato e vestire gli abiti civili non poteva bastargli. «Mi mancava la divisa - ha detto - la notte sognavo di tornare ad indossarla, volevo vendicarmi di chi invece mi aveva negato questa gioia. La mia vita era cambiata per colpa loro e in qualche modo volevo fargliela pagare. Non volevo fare del male a nessuno, solo vendicarmi per il male che mi era stato fatto».
L'ex militare è stato arrestato, per lui l'accusa è di detenzione di armi da guerra.
 
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